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Rassegna stampa

Spalletti a petto in fuori

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Partiamo dalla fine: Spalletti in posa, petto in fuori, davanti alla tribuna dello Scida. Come a dire: insultatemi ora, sono qui. Una scena da vecchio calcio, quello da campi in terra battuta. Una sorta di richiamo nostalgico al passato, dove c’è meno distacco con la gente, anche nell’insulto, sul quale alcuni sorvolano, altri rispondono. Insulto o semplice presa in giro: è successo verso la metà della ripresa, quando dalla gradinata del Crotone è partito il coro «Spalletti tagliati i capelli». Un sorriso e tutto finisce lì. Lucio sbotta alla fine e alza la cresta (per restare in tema Nainggolan) rispondendo da mimo al tifoso che lo prende di mira platealmente. «Mi sono messo a disposizione», spiegherà a fine match. «Io non disturbo nessuno, guardo la partita buono buono (ride, ndi). Se devi insultarmi fallo davanti a me. Ho cercato di agevolare la sua voglia». Tutto finito, ride anche la tribuna. Spalletti ha il tempo di godersi la sua Roma, che vola anche nella partita trappola, di quelle che devi vincere per forza. Ed è proprio lì che ti puoi inceppare, vedi Empoli. Stavolta nessun accenno di timidezza: tre punti e via. Di nuovo al secondo posto, con la mente lucida per Villarreal, che ieri ha pareggiato 1-1 in casa con il Malaga (espulso Roberto Soriano, rete di Charles e pari di Bruno Soriano, in campo da titolare José Angel). Dove giovedì ricomincia l’Europa League. «Siamo riusciti a non far prendere coraggio al Crotone, anche se ci siamo messi in difficoltà da soli con il rigore sbagliato. Ma poi abbiamo preso in mano la partita e l’abbiamo controllata». Il rigore è un’altra storia: Dzeko alza bandiera bianca, Spalletti appoggia la decisione. «Se ne fallisci due di seguito rischi di essere condizionato, da noi ci sono tanti calciatori bravi a calciare dagli undici metri». Capitolo chiuso, per ora. Spalletti ha lavorato tanto sulla fase difensiva, la Roma adesso è diventata quasi impenetrabile. E’ questa, anche secondo Ruediger, l’arma in più per contrastare la Juve («se vogliamo lottare per lo scudetto bisogna mantenere questa solidità difensiva», le parole del tedesco dopo il successo di Crotone). Oggi Szczesny ha un record tutto suo: è il portiere che ha tenuto in più occasioni la porta inviolata, undici. «La differenza la fa la qualità dei tre centrali, non io», Spalletti declina i meriti. E si concentra su Paredes. «Leo tiene palla un po’ troppo per sé, io non gli ho dato una grossa mano perché l’ho fatto giocare poco. Deve convincersi di essere da grande squadra. Ha nei piedi la verticalizzazione e la palla dolce in area». Complimenti, dal tecnico, anche a Salah. «E’ tornato e ce lo teniamo stretto».

NINJA IL TOP Per non parlare poi di Nainggolan, uomo partita e uomo copertina. «E’ fortissimo, ce ne sono molti nel nostro campionato ma lui è un top player. Se continua a stare così fisicamente e mentalmente ci può dare una grossa mano. Il video? Il caso lo si è voluto creare, lui ci tiene a stare alla Roma e l’ha sempre detto. Per questo non andrebbe in un’altra squadra. E’ un giocatore troppo bravo e troppo buono, questi ragazzi devono essere consapevoli di vivere una sorta di “Grande Fratello” e da quel punto di vista si può essere più maturi. Ma a lui è successo perché è troppo buono e troppo disponibile». Quindi? «Serata libera per tutti, ma lui dorme con me nel letto matrimoniale». Sorrisi.

(Il Messaggero – A. Angeloni)



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