Qualcuno ha ricordato Fabio Capello, quando a Liverpool fece giocare Assunçao esterno. Un fuori ruolo per emergenza, per tamponare un qualcosa che forse, il brasiliano Marcos, non era in grado di tamponare. Stavolta è toccato a Spalletti lanciarsi in un esperimento ardito: il brasiliano Gerson al posto di Salah. Gerson che, per Lucio, è sempre stato più un mediano che un offensivo, per via del suo passo lento. Il tecnico aveva Salah con una mezz’oretta nelle gambe, Peres con forse un quarto d’ora scarso, l’unica soluzione poteva essere El Shaarawy, ma evidentemente il Faraone è finito dietro la la lavagna dei “bocciati”. «Gerson non è Salah nell’uno contro uno, tentavo di sopperire alla forza fisica della Juve soprattutto nel primo tempo, poi serviva qualità nel finale. E’ stata una scelta imposta. Il ragazzo ha tenuto botta, non ha mai sofferto Alex Sandro ma una volta che cambia il risultato cambia anche l’analisi della partita. Io volevo arrivare al cinquantesimo senza subire, poi cominciare a ragionare diversamente. Sono i duelli fisici come quelli dove abbiamo preso gol che fanno la differenza, non è la qualità tecnica», la spiegazione del tecnico della Roma alla fine della sfida con la Juve, che anche stavolta non è riuscito a battere, allungando così la serie negativa. Appuntamento al ritorno, sperando che sarà ancora una partita scudetto.

SCUDETTO DA RIFARE – Sette punti ora, non sono pochi da recuperare. Ma è vero che il campionato non finisce tra una settimana. E’ chiaro che l’autostima si abbassa, nonostante le vittorie nel derby e con il Milan. «La Roma ne esce malissimo, ci serviva fare risultato e ora è tutto più difficile. La Juve è stata più brava di noi e ha avuto più forza nei duelli individuali, fisicamente sono degli animali. Non serve a nulla sbandierare cose in settimana, bisogna farle vedere in campo. Noi siamo stati bravi nel finale a soffocare le loro ripartenze, ma c’è mancato qualcosa nelle scelte, risultando arruffoni. La Juve ci ha fatto gestire la partita ma anche con qualche affanno». Salviamo il carattere, viene da pensare. Sì ma in parte, sostiene Spalletti. «Soprattutto nel secondo tempo, quando siamo andati a pressare e a metterla sul piano dell’uno contro uno, la squadra mi è piaciuta. Ma lo abbiamo fatto quando loro erano in vantaggio, non hai nulla da perdere e si va a sforzare l’atteggiamento offensivo. Il gol si poteva evitare, si doveva fare di più. Ci è mancata un po’ di fortuna perché due o tre episodi ci sono capitati e andavano concretizzati meglio. Quando la Juve si è chiusa, si sono esaurite le nostre possibilità».

IL NINJA TIRA IL CARRO – Nainggolan, il più mal sopportato dagli juventini. A lui va bene, perché è provocatore e provocato. Ma al Ninja scoccia parecchio uscire sempre sconfitto dallo Stadium. «E’ una sconfitta che fa male. Lo scudetto? Con sette punti in più di noi devono perdere tre partite e noi vincerne tre più di loro, se guardiamo questi numeri è tutto più difficile ma noi dobbiamo continuare a lottare. Vedendo la partita, non credo che la Roma sia peggio della Juve. La partita è stata decisa da episodi, ce la siamo giocati fino alla fine». Non dall’arbitro e questa è una notizia, anche se, per Radja, ha ammonito troppo. «Ho spesso discusso con lui, sono episodi che fanno parte del calcio. Prima spiegano certe cose poi prendono decisioni contrarie. E questo mi dà fastidio».

(Il Messaggero – A. Angeloni)



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