Luciano Spalletti lo ha ribadito ancora una volta, vuole essere il più chiaro possibile, proprio quando la Roma sta costruendo il suo futuro intorno al nuovo d.s. Monchi, che ieri ha dato l’addio al Siviglia: una stagione «zeru tituli» e sarà addio: “Io, se non vinco, non rimango. E vincere vuole dire conquistare un titolo. Fare tanti punti sarebbe un piacere, ma il mio discorso è sempre stato quello lì”. Una dimostrazione di serietà e un atto d’amore per il club, oppure una exit strategy perché una cessione importante in estate sembra molto probabile? E’ difficile dirlo adesso, anche perché c’è ancora spazio per l’happy end. Questa sera, alle 20.45, c’è l’anticipo di campionato contro l’Empoli e domani sera il big match Napoli-Juve. Non è una follia ipotizzare un distacco ridotto a 6 punti (pareggio al San Paolo) o addirittura a 5 (vittoria dei partenopei). Martedì sera ci sarà il derby di Coppa Italia, semifinale di ritorno dove la Roma deve recuperare lo 0-2 dell’andata contro la Lazio. Un’impresa, ma i giallorossi hanno ottenuto lo stesso risultato in campionato e replicarlo porterebbe ai supplementari.
Nulla è impossibile, insomma, anche se servirà un cambio di marcia, visto che in questa stagione sono stati tanti i flop nelle partite più importanti: il preliminare di Champions contro il Porto (0-3, con De Rossi difensore centrale); la sconfitta contro la Juve (0-1, con Gerson titolare e poi «desaparecido»), l’eliminazione dall’Europa League contro il Lione, lo 0-2 dell’andata di Coppa Italia contro la Lazio, la sconfitta contro il Napoli all’Olimpico che tiene ancora aperta la lotta per il secondo posto (1-2 con Mertens a nozze con la sua velocità contro Fazio). Ma è stata la Roma di Spalletti anche quella che ha battuto il Napoli all’andata, due volte l’Inter e il Villarreal in Europa League.
(Corriere della Sera)
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