Settima vittoria nelle ultime otto partite di campionato, un Napoli-Juve da gustarsi sul divano, «e comunque vada ci guadagniamo», un derby alle porte per riscrivere la storia, ma se parla Spalletti l’argomento caldo è sempre quello. Il suo futuro, che il toscano ha legato alla vittoria di un titolo, dando nel frattempo continui segnali di un addio quasi certo. Basta sentire Dzeko ieri sera («forse va via anche se vinciamo») per capire qual è il messaggio recepito dalla squadra. Il tecnico continua per la sua strada, rinviando l’annuncio di un qualcosa che pare aver già deciso. «Si potrebbe dire – spiega dopo la vittoria sull’Empoli – che facendo un bilancio della stagione troppo in anticipo, possa mettere i bastoni tra le ruote alla squadra. Ma voi non sapete cosa ho detto dentro lo spogliatoio, cosa ho modificato rispetto all’anno scorso quando abbiamo ridefinito gli obiettivi, quindi non potete trarre conclusioni. Abbiamo risultati all’altezza delle grandi ma siamo usciti dall’Europa League, ci siamo incasinati la Coppa Italia, se alla fine non si vince cosa costruiamo? Cerco di essere coerente: ho detto che alleno una squadra forte, ho spiegato ai ragazzi che devono ambire a vincere, se non ci riusciamo è colpa nostra e devo prendere la mia parte di responsabilità: è giusto che io possa pensare di farmi da parte e lasciare il posto a chi è in grado di far vincere la Roma». Il primo, e forse unico, vero bivio arriva martedì nel derby. Che può regalare una finale a questo punto insperata o certificare una resa quasi totale all’ennesima stagione a bocca asciutta. «È una partita fondamentale dove la Lazio parte in vantaggio, giusto caricarla perché darà a tutti significati particolari ma ora viene il difficile: si devono collegare i fili».
Intanto si è evitato il cortocircuito in una partita-trappola come quella con l’Empoli. «Non è una vittoria sporca – precisa Spalletti – nella ripresa abbiamo giocato meglio rispetto al primo e il risultato non fa una piega. Abbiamo palleggiato meglio, Grenier ci ha dato una mano a stare più corti e i tre punti sono meritati. Se non avessimo vinto, sarebbe stato più duro preparare il derby: è un vantaggio enorme dal punto di vista psicologico». Stasera la classifica diventerà migliore. «Con Napoli-Juventus avremo una percentuale di guadagno. Difficile scegliere quale sarebbe il risultato migliore per noi, forse il pareggio considerando che recupereremmo due punti a entrambe. Guarderò la partita perché ci sono bravi allenatori e giocatori forti, c’è sempre da imparare qualcosa. Ma non andrò al San Paolo, me lo hanno sconsigliato…». Resterà a Trigoria a studiare le mosse per sorprendere Inzaghi. Partendo da una serie di certezze: «Paredes mi ha detto che sta in grande condizione, può essere a disposizione contro la Lazio e se De Rossi non recupera, c’è lui. Bisogna valutare Fazio, ci sarà Strootman. Perotti in calo? Ha avuto un infortunio lungo, lui vuole giocare, ha un carattere forte e quando ha qualche problemino tende a tenerlo nascosto, quindi si è portato avanti una condizione non ottimale». Rimane lanciatissimo Dzeko. «Ha fatto due gol e il morale è alle stelle: quest’anno ha iniziato a credere nelle proprie qualità e la squadralo ha aiutato a sfruttarle di più». Ma i record non bastano ancora per vincere.
(Il Tempo – A. Austini)
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