La DeLorean deve averlo trasportato nel passato, altrimenti sarebbe difficile spiegare la ritrovata giovinezza di Totti. «Neanche a 25 anni stavo così bene, le gambe girano e tengono i 90 minuti», ha detto quasi sorpreso da se stesso il capitano dopo il poker europeo.

Sembrano lontani i tempi in cui si allenava sempre a parte col fido Vito Scala, adesso è raro che si allontani dal gruppo. È in forma e lo dicono anche i numeri: 300 minuti in 19 giorni sono abbastanza pure per un ventenne, lui li ha retti senza problemi e, soprattutto, lasciando il segno. Due gol, quattro assist e non solo. Quando c’è l’Olimpico si accende, la squadra gioca meglio e con più fiducia. Sul web qualcuno è andato a ripescare la carta d’identità per controllare la data di nascita: «Siamo sicuri che ha 40 anni?». Domanda lecita, risposta falsata dal campo. Lì sarà sempre il ragazzino biondo che calcia il pallone come e dove nessuno avrebbe fatto.

«Spero di non smettere prima di lui», si è augurato Strootman, a cui sembra di giocare con un coetaneo: «Lui si sente come se avesse 25 anni, io ne ho 26, ma lui è di un altro livello perché fa questo mestiere da 20 anni. In questa stagione è molto importante per noi, quando è in campo abbiamo più fiducia».

Ma deve esistere una Roma sicura e forte anche senza Totti e Spalletti ha il compito di trovare la formula giusta il prima possibile. Domani con l’Inter farà un’altra prova, a meno che il capitano gli faccia cambiare idea nella rifinitura prevista oggi alle 17, cosa assolutamente possibile visto il momento d’oro che sta vivendo. Non si stanca mai e, se l’allenatore gli chiedesse di partire titolare contro i nerazzurri, lui non si tirerebbe indietro, anzi, nonostante un problemino alla coscia sinistra accusato prima dell’Astra Giurgiu. Qualche calcolo, tuttavia, è da fare, perché una buona gestione del calciatore vuol dire sapere quando utilizzarlo ma anche quando fermarlo, per evitare carichi muscolari troppo grandi.

Negli ultimi anni ci si è interrogati molto sulla Roma Totti-dipendente e, proprio quando il 10 sembrava sulla strada del tramonto (calcisticamente parlando), il dilemma è tornato a galla, con tutti gli annessi interrogativi su chi possa realmente sostituirlo. Non che tutte le squadre abbiano un Francesco in rosa, ma è indubbio che serva qualcuno in grado di fare la differenza con una giocata di livello superiore. L’identikit potrebbe portare a Perotti, che in quanto a piede non è in difetto, ma lo stesso argentino si è reso conto di dover fare di più per alzare l’asticella. «Quando sono arrivato qua – ha confessato dopo la gara di giovedì – vi giuro che ho messo tutto quello che potevo per fare bene. Poi arriva Totti e ti rendi conto che quello che hai fatto non è stato giocare a calcio, ma tentare di farlo: ti fa una lezione di passaggi e di movimenti e ti rendi conto che tu non hai fatto niente».

L’osservazione cruda dei fatti potrebbe fungere da stimolo per migliorare e tutti a Trigoria ricordano un Perotti molto più vivo nella seconda parte della scorsa stagione rispetto all’inizio di questa. Nella Roma senza Totti c’è sicuramente posto per lui, da falso nove o da esterno è il dubbio per la sfida con l’Inter. Salah prenota una maglia a destra, Dzeko è in bilico: ha riposato e potrebbe tornare dal 1’, ma l’idea del tridente spuntato non ha abbandonato la testa di Spalletti, per cui il bosniaco potrebbe fare bis in panchina. A centrocampo pochi misteri: Nainggolan e De Rossi sono freschi e torneranno titolari, Strootman è imprescindibile.

Dietro, invece, i ballottaggi ci sono e il quartetto dipenderà da quanta prudenza il tecnico toscano vorrà adottare domani sera. Juan Jesus e Florenzi esterni bassi potrebbero offrire equilibrio, mettere in formazione l’ex di turno, poi, non guasta mai. Ma i «vecchi» giudizi sul brasiliano non sono spariti nel nulla dopo 90 minuti discreti contro l’undicesimo club della liga rumena e togliere Bruno Peres vuol dire perdere velocità e pericolosità sulla fascia. Se poi Spalletti decidesse di rispolverare la vena offensiva del jolly di Vitinia, il bilanciamento sarebbe perfetto. Totti, naturalmente, si tiene pronto per dare una mano dalla panchina: è una riserva di lusso quando non fa il 25enne dall’inizio.

(Il Tempo – E. Menghi)



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