ULTIME NOTIZIE AS ROMA NAPOLI SPALLETTI – Dopo il famoso “Speravo de’ morì prima” sulla vita di Totti, Luciano Spalletti avrà anche pensato a come sarebbe stato il suo ritorno all’Olimpico. Quella fiction non gli è “garbata” e lo ha detto con schiettezza, anche perché come allenatore anche alla Roma ha conquistato risultati importanti, scrive La Gazzetta dello Sport.
Ora non è che Lucio abbia già il chiodo fisso della partita di domenica – perché domani c’è da rimettere in sesto il cammino europeo cercando di battere il Legia Varsavia al Maradona – però l’idea di entrare domenica pomeriggio all’Olimpico con la squadra capolista e a punteggio pieno quello sì gli “garba” come risposta a chi lo ha criticato.
Sportivamente parlando la sfida diventa ancora più gustosa per questo incrocio e per l’ambiente ostile che Spalletti e il suo Napoli troveranno nella Capitale. Tutto godibile se si rimarrà nei confini della civiltà. A proposito, un consiglio scaramantico ai romanisti: a Udine Spalletti è stato fischiato e insultato. Alla fine la sua squadra ha vinto 4-0.
Questa miglior partenza della carriera di Spalletti, non è comunque la sua migliore serie in assoluto. Quella – di 11 vittorie – la stabilì proprio con la Roma fra la fine del 2005 e il febbraio 2006. Un record che fu festeggiato proprio nel derby con tutti sotto la Sud, compreso Totti col gambone per il grave infortunio subito una settimana prima contro l’Empoli.
Quello stesso Totti che avrebbe vinto in estate il Mondiale per poi diventare Scarpa d’oro con Spalletti che lo inventò “falso 9”. Sembra un altro mondo rispetto ai rapporti devastati con cui lasciò l’ambiente romano nella primavera del 2017. E se nella sua precedente miglior serie di partenza c’era già una vittoria all’Olimpico con la Roma (1-3 con l’Inter, agosto 2017), niente di meglio che migliorare la striscia attuale col Napoli e dimostrare che in questo periodo gli azzurri sono più forti di tutti.
L’esplosione di Osimhen, il centro di gravità permanente creato dall’asse Koulibaly-Anguissa sono capisaldi con cui tutti dovranno fare i conti. E se il nigeriano aveva un potenziale notevole mentre il senegalese da anni è una certezza, il camerunese è diventato il tassello perfetto. E Spalletti non solo ha valorizzato i singoli, ma ha dato al tutto un senso con soluzioni tecnico-tattiche studiate e provate.
Prendete i calci piazzati, ad esempio: due gol a Udine su schemi diversi, a Firenze il capolavoro con la “soluzione Borussia” e anche domenica il rigore (poi sbagliato) era scaturito da un nuovo movimento che aveva sorpreso il Torino. Poi, certo, il gol è arrivato con un assist-rimpallo sul fondoschiena di Elmas. Ma riguardatevi quell’azione: il Napoli al tramonto della partita ha portato ben cinque uomini nell’area avversaria, di cui uno era Koulibaly, difensore centrale. La ricerca della vittoria è fatta anche di determinazione di superare ogni ostacolo.
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