Il primo paradosso del 2017 è che alle cinque di oggi pomeriggio la Roma potrebbe trovarsi a un punto appena dalla Juventus. Come non ci fosse stato il ko di Torino che aveva virtualmente chiuso il campionato. Per arrivarle vicino così le basterebbe battere il Genoa, che con la Roma ha una tradizione maledetta: ha perso le ultime quattro gare giocate, otto delle ultime nove. A tenere davvero aperto il campionato però è soprattutto una classifica realistica quanto gli scenari di Guerre Stellari, tra gare da recuperare (col Crotone) e posticipi serali che garantiscono alla Juve due occasioni per allungare ancora. Eppure a Roma le feste le hanno passate, dall’ allenatore all’amministratore delegato, ripetendo una sola parola: vincere. Il primo però deve aver visto nei propositi del secondo una sorta di pressing psicologico. “Gandini mi ha mandato un messaggio chiaro, che la società s ‘aspetta di vincere perché c’ è tutto per farlo. Dobbiamo prenderne atto. Se non vinco devo lasciare il posto a qualcun altro“, ha detto Spalletti ricordando le parole dell’ ad. Non esattamente il modo più rassicurante d’ iniziare l’ anno che porterà a scadenza – il prossimo 30 giugno – il suo contratto. Soprattutto per un club che di tecnici ne ha cambiati cinque negli ultimi sei campionati, che l’ ultimo scudetto l’ha festeggiato 16 anni fa e che il trofeo più recente – la Coppa Italia 2008 – lo deve proprio all’allenatore di oggi. Con premesse del genere, nessuno scenario può essere escluso.

Nemmeno il più estremo: Roma aveva esaltato e poi processato Capello, che giurava di non essere interessato ad allenare la Juve per poi trasferirsi lì meno di 4 mesi dopo. Ora non può brontolare se Spalletti fa sfoggio di onestà e ammette: “La Juve la allenerei come l’Inter o la Fiorentina: faccio il professionista e se continuo a fare questo lavoro vado da chi mi chiama“. Oggi Spalletti inseguirà la vittoria 150 con la Roma, ma il mercato rischia di complicare la vita: “Io ne avrei fatto a meno. – ammette – Ma Salah è partito con l’Egitto e Iturbe è andato al Torino. Ci stiamo direzionando su Feghouli, ma serve aspettare. Il West Ham non è ancora convinto di cederlo (appuntamento tra domani e martedì), e noi non siamo in condizione di dire “prendo questo o quello”. Rimpiazziamo chi è partito, rafforzarsi è un’altra cosa“. Quello che hanno fatto le concorrenti: “Rincon piaceva pure a noi e per la Juve è rinforzo vero, come Pavoletti per il Napoli“. Se non altro, penserà il tecnico della Roma, li hanno tolti al Genoa che comincia l’ anno con una maglia ispirata a De André ma senza due colonne in campo. Certo Juric non ne è contento: Noi siamo in emergenza e contro abbiamo una Roma che segna in ogni modo. Chi l’ avrebbe detto un anno fa, quando Spalletti salì a bordo perché non mi piaceva l’ andazzo che aveva preso la Roma. Oggi invece può persino guardare alla Juve, e sperare a fine partita di trovarla lontana un punto soltanto.

(La Repubblica – M. Pinci)



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