Solo a novembre Spalletti richiamava i suoi parlando di «uomini deboli, destini deboli». Alla vigilia del match con il Cagliari (all’andata i sardi ottennero un 2-2 in rimonta), che potrebbe addirittura sancire il sorpasso alla Juve se i cugini della Lazio facessero il colpaccio, il tecnico della Roma sottolinea il processo di crescita della sua squadra. «C’è un vento nuovo, si ha la sensazione che stiamo facendo le cose sul serio, la gente se n’è accorta e per questo ci spinge», così l’allenatore. Il poker di Coppa Italia ha confermato il grande momento di forma della Roma e il principale artefice è proprio Spalletti che ha rigenerato tanti giocatori, ha saputo gestire l’emergenza e ha dato una mentalità al gruppo. «Se stiamo facendo questo campionato è perché tutti, Walter Sabatini compreso (l’ex ds che ha lasciato la Roma qualche mese fa, ndr), hanno lavorato bene. Io non ho fatto niente, il centro di importanza è solo uno ed è lo spogliatoio».

La guida in campo è quel Nainggolan capace di gol, sponde e contrasti. «È un calciatore forte, completo, di una razza che è abbastanza diffusa nella squadra – sottolinea Spalletti a proposito del belga, ex della gara di stasera -. Quanto vale sul mercato? Quanto Pogba: c’è qualche anno di differenza ma, sul valore in campo e la sostanza espressa in tutto ciò che fa, il confronto regge». L’altra arma fondamentale è la difesa: due soli gol subite nelle ultime otto gare tra campionato e Coppa. «Abbiamo difensori forti, anche nel gioco aereo. Dobbiamo riportare questo nell’area avversaria».

(Il Giornale)



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