Francesco Totti e Luciano Spalletti

Un déjà-vu di dodici mesi, buco di una polemica che sembrava ormai ampiamente superata, nel quale risprofondare con la grancassa fornita da radio e social network. Spalletti-Totti, Totti-Spalletti. Tifosi spallettiani, tifosi tottiani. Tifosi, semplicemente, della Roma. La discussione rilanciata dal tecnico toscano nel post della partita stravinta contro il Torino («Se non fanno firmare il contratto a Francesco vado via anche se vinco tutto»), tira indietro di un anno l’intero ambiente, improvvisamente incapace di godersi il bel momento vissuto da una squadra arrivata alle porte di un periodo decisivo. Un mini-ciclo di tre gare che deciderà la stagione, raccontando molto delle reali ambizioni di una Roma che in questa stagione vuole assolutamente alzare almeno un trofeo. Andando con ordine. Un anno fa, proprio di questi tempi, Totti esplodeva chiedendo rispetto davanti alle telecamere di RaiUno. Causò la reazione di Spalletti che lo cacciò da Trigoria escludendolo dalla lista dei convocati per la gara con il Palermo. L’Olimpico fischiò il tecnico. Spalletti, dopo dodici mesi, sembra essersi fermato a quel momento, nonostante le ambizioni e i sogni della città guardino ai tanti impegni che riempiranno le prossime giornate. Levando la gara di ritorno di giovedì sera — più o meno trasformata in una formalità dal 4-0 suggellato nell’andata — in sei giorni la Roma deciderà il suo futuro. O buona parte di esso.

Tra due scontri diretti e il derby. Si comincia domenica sera con la trasferta a Milano, avversario l’Inter di Pioli, insidia da superare con meno ferite possibili. Anche perché, tre giorni dopo, testa e gambe dovranno subito infilarsi nel clima da stracittadina, con l’andata della semifinale di coppa Italia, contro la Lazio. Come se non bastasse, il sabato immediatamente successivo (4 marzo) all’Olimpico arriverà il Napoli, questo davvero scontro diretto per il secondo posto alle spalle della Juve. Sei giorni di fuoco, dai quali ricavare l’inchiostro per scrivere il finale (o quasi) di questa stagione. Prepara la sua gara da ex, contro l’Inter, Juan Jesus. «Strano andare a San Siro — ammette il difensore a Roma Radio — adesso con la Roma sono molto contento». Non semplice però l’ambientamento in giallorosso. «Mia moglie e il mio procuratore mi hanno aiutato nei momenti difficili. E alla fine stanno arrivando i risultati». Capitolo abbassamento barriere. Ieri riunione tecnica in questura. È stato deciso che si inizierà dalla Sud dopo Roma-Villerreal (in Lazio-Udinese domenica la curva resterà chiusa) così da poter completare i lavori per il derby di coppa Italia del 1° marzo.

(La Repubblica – F. Ferrazza)



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