Luciano Spalletti, allenatore della Roma

Sembra quasi un segno del destino ma il match point per il sesto scudetto di fila della Juventus passa dall’Olimpico, in casa della Roma. “È la prima occasione per vincere lo scudetto senza dipendere dagli altri, ma non sarà facile. Se saremo bravi, festeggeremo…”, sottolinea Allegri.

A Roma, sponda giallorossa, si parla molto dell’addio di Totti, del rinnovo del contratto di De Rossi, e poco della sfida di oggi (che pure registrerà il record di presenze stagionali all’Olimpico). Spalletti è distratto dalle sirene interiste (“se ci fosse la possibilità, perché non lavorare ancora con Sabatini?”, così l’allenatore che secondo indiscrezioni avrebbe firmato una sorta di precontratto con il club nerazzurro) e stoppa la nuova miccia sul capitano dopo il mancato impiego a San Siro (“esiste la possibilità che Francesco possa dare un contributo alla squadra…”). E sui bianconeri dice: “Quest’anno la Juve ha fatto vedere più di ogni altra Juve, di trovarsi sempre dove voleva essere, senza intoppi o ritardi, e si è anche permessa di gestire. La Roma ha lavorato bene ma non si è avvicinata per qualche errore di troppo dell’allenatore…”.

Di fronte alla migliore difesa del torneo – appena 23 reti incassate – il tecnico romanista avrà una potenza di fuoco leggermente ridotta per l’assenza del bomber Dzeko, decisivo nell’ultimo Roma-Juve all’Olimpico nel 2015. Ma, coerente con le sue idee, prima di schierare Totti – che non è titolare da febbraio, sfida con il Cesena di Coppa Italia – si affiderà al falso nueve (il recuperato Perotti o Salah) e avrà pure il vantaggio di conoscere il risultato del Napoli per la mancata contemporaneità delle gare che ha fatto arrabbiare Sarri.

(Il Giornale)



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