Rivincita a pugni stretti. Ha esultato Spalletti sul 3-1, l’ha fatto senza scomporsi troppo perché i 50 mila dell’Olimpico erano pronti a «beccare» ogni sua mossa e fargliela pagare a suon di fischi. Per il toscano il ritorno a casa è stato dolce solo per il risultato: i «buu» erano così forti che non avrà potuto far a meno di sentirli anche dalla pancia dell’Olimpico, dove è rimasto rintanato fino all’ultimo, rimandando i saluti di rito a fine partita. Da padrone di casa è diventato ospite sgradito, Roma gliel’ha fatto capire. Totti stavolta era vestito come lui, elegantissimo alla prima da dirigente nel suo tempio sacro, posto riservato tra Gandini e Monchi: «Io non l’ho incontrato – ha fatto sapere Spalletti – nei miei percorsi al campo. Se lo avessi fatto, gli avrei dato tutta la mia amicizia. Mi hanno fischiato perché pensano che sia io il motivo per cui Francesco ha smesso, ma io quest’anno non c’ero e lui poteva continuare. I Tottiani mi hanno riservato molti fischi, i tifosi della Roma mi hanno mandato messaggi importanti, complimenti a loro».
L’altro ex, Sabatini, ha dovuto rinunciare alla saletta in cui si godeva le partite a modo suo ma ha ricevuto un’accoglienza calda dai giocatori (Peres è andato in tribuna a salutarlo) e da Monchi. Ha sofferto tanto accanto al figlio di Zhang, ma alla fine ha tolto le mani dalla faccia e ha visto l’Inter trionfare. «Chiunque sa che quando vieni a giocare in questi campi o dimostri di avere un’idea o vieni schiacciato. Nel primo tempo sono stati più bravi di noi. La Roma ha preso tutti pali interni, è stata sfortunata. Però poi la fortuna va dalla parte di chi ha il coraggio di fare le cose e noi, sbagliando anche delle cose banali, abbiamo martellato. Siamo stati premiati e la squadra ha avuto questo credere in quello che fa e portarlo in fondo sempre allo stesso modo. Icardi e Dzeko sono i più forti del campionato, ma Edin è più tecnico». Parole al miele per l’ex capocannoniere della A, poi rimette i panni dell’allenatore dell’Inter e sul tema Var e penalty va deciso: «Non è rigore, Skriniar non prende la palla ma non provoca nemmeno un tackle su Perotti». Mani avanti quando si parla di scudetto: «Facciamo discorsi sensati, vogliamo bene al calcio». I tifosi della Roma lo hanno fatto applaudendo la squadra sconfitta, chapeau.
(Il Tempo – E. Menghi)
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