«La Roma quest’anno deve saper giocare sia a quattro sia a tre. E saper cambiare anche in corsa». Il diktat di Spalletti era arrivato già a Pinzolo, durante il ritiro precampionato dei giallorossi. Ora con l’arrivo di Juan Jesus prima, Vermaelen poi e Bruno Peres la trasformazione è sempre più reale. Tanto che quella difesa a tre Spalletti l’ha già provata nel secondo tempo dell’amichevole giocata a Latina mercoledì scorso ed a maggior ragione la proverà quando tornerà dalla trasferta di Oporto. Perché in quella Roma lì, quella che balla tra l’andata e il ritorno di Champions, ci sarà appunto un Bruno Peres in più.
LA SOLUZIONE – La verità è che con gli uomini a disposizione, in fase difensiva Spalletti ora può davvero sbizzarrirsi. Perché ci sono due centrali (Juan Jesus e Vermaelen) che possono giocare anche a sinistra e uno (Rüdiger, quando tornerà) a destra, ma soprattutto perché con questi difensori qui Spalletti può davvero mutare dalla difesa a quattro a quella a tre e viceversa, soffermandosi magari su quella «a tre e mezzo», come gli piace dire a lui. Detto che Bruno Peres sotto le mani di Spalletti può crescere anche in fase difensiva e giocare quindi pure a quattro (lo ha già fatto al Guaranì ed al Santos, in Brasile) il brasiliano sembra però tagliato per la difesa a tre, dove ha giocato nel Torino di Ventura e dove si è imposto all’attenzione un po’ di tutti. In questo caso (con Vermaelen regista basso, Manolas a destra e Juan Jesus a sinistra) gli esterni potrebbero essere proprio il granata a destra ed uno tra El Shaarawy ed Emerson a sinistra (in attesa, anche qui, che torni Mario Rui). Su entrambe le fasce, poi, potrebbe giocare anche un certo Florenzi: a destra è casa sua, a sinistra lo può fare. Di certo è un’ulteriore soluzione in più all’arco del tecnico giallorosso.
I PRECEDENTI – Del resto, i meccanismi della difesa a tre Spalletti li conosce molto bene e ci ha disegnato il suo inizio di carriera, tra l’esperienza di Empoli e quella vissuta in Friuli, ad Udine. Poi che sia 3-5-2 (e quindi con l’inserimento di un regista basso come Daniele De Rossi) o 3-4-2-1 (soluzione che permetterebbe al tecnico di schierare sia Salah sia Perotti) cambia poco. Del resto anche a Latina ha provato due moduli diversi, anche se prima del 3-5-2- stavolta ha giocato con il trequartista e il 3-4-1-2. Impressioni? Che quando Spalletti tornerà ad avere tutti a disposizione, compresi Rüdiger e Mario Rui, la virata potrebbe essere definitiva. Nel frattempo ci lavorerà su, ogni giorno sempre di più.
L’OPERAZIONE – Intanto oggi la Roma dovrebbe chiudere l’operazione Bruno Peres (prestito con obbligo di riscatto), con il giocatore pronto a sbarcare a Roma domani. La fumata bianca dovrebbe arrivare a 15 milioni (e una percentuale al Torino sulla futura rivendita), anche perché se non si chiude l’operazione rischia di slittare di un paio di giorni, visto che l’agente di Bruno Peres (Bernardo) domani sarà a Zagabria per vedere la sfida di Champions tra la Dinamo e il Salisburgo (dove gioca il figlio). E pazienza se Peres fu offerto ai giallorossi 4 anni fa a 400mila dollari, oggi è tutto un altro mondo. Sabatini ci aveva provato lo scorso anno, offrendo fino a dieci milioni (2+8). Oggi rispetto a ieri c’è però un allenatore, Spalletti, che ha un occhio di riguardo in più. E la capacità di trasformarlo in un cavallo vincente.
(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese)
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