Luciano Spalletti è l’allenatore con cui ha segnato metà dei gol della sua carriera. Basterebbe questo dato a capire quanto il tecnico toscano sia stato fondamentale nella carriera di Radja Nainggolan: 20 gol con lui in panchina, altrettanti con tutti gli altri tecnici che ha incontrato e che mai ne avevano intuito fino in fondo il potenziale anche davanti al portiere avversario.
Domani Nainggolan rivedrà Spalletti, che avrebbe fatto carte false per portarselo a Milano e lo ha messo in cima alla lista degli acquisti. Sabatini, che nel 2014 dal Cagliari lo ha portato a Trigoria, ci ha provato, ma ormai Nainggolan aveva preso la sua decisione: “Grazie, ma io resto a Trigoria“. E pazienza se, nonostante due caratteri che all’apparenza avrebbero potuto fare scintille, con Spalletti si fosse trovato benissimo: per Radja, Roma e la Roma sono qualcosa di più di una squadra di calcio. È il terzo capitano dopo De Rossi e Florenzi, è uno dei leader dello spogliatoio, i tifosi lo adorano, i ragazzini si fanno la cresta come lui, le sue maglie sono sempre tra le più vendute e Di Francesco è convinto che, dopo un inevitabile periodo di adattamento, Radja possa esplodere anche con lui.
Nainggolan, d’altronde, è uno che non ha paura dei cambiamenti: vita privata o calcio che sia, ama vivere fuori dagli schemi e per questo adorava il ruolo da trequartista, ma al tempo stesso gli piacciono molto le idee di Di Francesco e ci è rimasto male quando gli hanno riferito che qualcuno sussurrava di alcuni suoi dubbi a proposito del nuovo allenatore. Domani giocherà mezzala, se partirà a destra dovrà dare una mano a Manolas, o chi per lui, che se la vedrà con Perisic, ma i suoi inserimenti possono essere la chiave in attacco, nonostante Spalletti lo conosca benissimo.
(Gazzetta dello Sport)
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