Un’attenzione maniacale per i dettagli e tanta voglia di dare un imprinting alla squadra che possa renderla competitiva: Luciano Spalletti non lascia nulla al caso già dai primi giorni della tournée negli Stati Uniti avendo ben chiaro cosa fare nel prossimo campionato: «Quando mi chiedete dove vogliamo arrivare vuol dire che parliamo di obiettivi e quelli sono limiti. Noi le vogliamo vincere tutte» ha detto il tecnico poco prima della sessione pomeridiana all’Harvard University. La grande da battere è la Juventus: «I bianconeri sono diventati fortissimi come lo erano prima, la Roma è stata costretta a fare delle cessioni, noi probabilmente riusciremo a prendere un altro difensore. Abbiamo completato la nostra rosa, siamo a posto con tutte le insidie». Un altro tema caldo è quello che riguarda la possibile cessione di Manolas: «Le pressioni su di lui sono normali perché Manolas è un buon calciatore. Che venga chiesto sul mercato è una cosa normale. Le intenzioni del ragazzo sono però chiare e parlare in questi termini vuol dire andare a creare dei fastidi che in realtà non ci sono».
IL PROBLEMA – A prima vista il difensore greco sembra sereno, scherza con Dzeko («lui vuole riscattarci e ci darà il contributo», ha detto il tecnico) e anche lui svolge lavoro supplementare per tornare a disposizione dopo l’infortunio muscolare al grande adduttore. Ma, nonostante le apparenze, un problema esiste eccome: l’ex Olympiacos percepisce un ingaggio che a suo giudizio non è adeguato e sta facendo pressioni sulla società per tentare di avere un adeguamento.
A SETTEMBRE – La dirigenza ad oggi è ferma sulle sue convinzioni e non ha intenzione (almeno fino a settembre) di trovare una soluzione al problema, anche perché il calciatore ha un contratto per altri tre anni e solo un’offerta irrinunciabile può far vacillare Pallotta. Il presidente ieri ha spiegato la sua verità: «L’Olympiacos fa pressioni tutti i giorni per la sua cessione perché vuole incassare i soldi della clausola» un’ammissione scomoda che potrebbe incrinare i rapporti con il club di Marinakis.
(Il Messaggero – L. Tongue)
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