Una Roma in pappa. Crollata quando serviva stare in piedi, o meglio ancora in punta di piedi. «I giocatori sono distrutti, spappolati, perché bisognava per forza far bene per continuare a mantenere una classifica importante che potesse creare delle insidie alla Juventus, invece così diventa un vantaggio per chi ci insegue», l’amara presa di coscienza di Spalletti dopo aver tastato il clima dello spogliatoio.
Lui prova fin da subito a rimettere insieme i pezzi, perché «la squadra è forte e bisogna fare i risultati. La possibilità di fare bene ce l’abbiamo in queste partite qui e l’abbiamo buttata via. Dobbiamo stare dentro con la testa a quelle che sono le nostre cose. Fino a che non c’è la matematica non mai finita, né quando perdi una partita né quando ti cala la fiducia. Se smetti di pensarci e atteggiarti nella maniera giusta è finita. Dobbiamo guardarci dietro da squadre fortissime come il Napoli, perciò non si cala di un centimetro». Spalletti circoscrive il problema: «Non abbiamo mostrato maturità nella gestione. Nel primo tempo la Samp giocava meglio di noi, aveva ritmi alti e aggrediva. Nel secondo siamo stati più alti, abbiamo avuto la partita in pugno». Poi 3′ di blackout: «Ci siamo fatti cogliere di sorpresa da un episodio. Sul secondo gol non siamo stati sveltissimi nella lettura delle situazioni». Nessun processo alla difesa, comunque: «Non si è comportata così male. Nel primo gol ci siamo fatti saltare, ma per il resto il problema non riguardava solo la retroguardia». Sul discusso impiego di Vermaelen dal 1 ‘, l’allenatore si giustifica cosi: «Ho fatto giocare Thomas Vermaelen, ex Barcellona e capitano della sua Nazionale. Non uno qualsiasi. Non volevo schierare Rüdiger e Manolas a sinistra e mettere un giocatore sul piede debole, ne volevo uno col piede giusto dal suo lato». La teoria era buona, ma il campo non gli ha dato ragione.
Sul capitolo arbitraggio qualcosa da rivendicare ce l’ha: «Sulla punizione del 3-2 non c’è il fallo di Rüdiger: è l’attaccante che si butta con il corpo davanti per non fargli prendere palla. Su Dzeko era rigore, l’arbitro l’aveva dato ma purtroppo il guardalinee lo ha annullato per un fuorigioco che non c’è. La lettura è facile, l’arbitro si e distratto un attimo». Gli fa eco Fazio: «Siamo stati sfortunati, nel calcio può succedere che l’arbitro prenda una decisione sbagliata. Una sconfitta per noi non cambia niente: pensiamo alla Roma, continuiamo a fare il nostro lavoro». Peres non si e potuto godere il primo gol in giallorosso: «Poteva essere una bella giornata per me, ma abbiamo perso. La Juve si allontana, ma proveremo a riprenderla. Noi non siamo stati bravi, poi ci sono gli episodi del rigore e del fallo, secondo tutti inesistente, ma anziché lamentarci dobbiamo lavorare». Oggi alle 11.30 si ricomincia, mercoledì c’è il Cesena in Coppa Italia. Altro obiettivo, altra corsa.
(Il Tempo – E. Menghi)
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