Se alla vigilia del derby, Spalletti annunciava quasi soddisfatto «il secondo posto può aprire le porte del paradiso », nel pomeriggio di ieri il tono del tecnico è totalmente cambiato. E quello che si è spalancato ai romanisti contro la Lazio somiglia più a un inferno: «Una brutta Roma si è vista. Bisogna stare zitti e ingoiare tutte le analisi che verranno fatte».
La Roma sprofonda perdendo per 3-1 la quarta stracittadina stagionale, e le giustificazioni a cui aggrapparsi per ammortizzare la batosta sono davvero poche. «Abbiamo perso lucidità e fatto scelte sbagliate – l’analisi del tecnico giallorosso, apparso piuttosto provato al termine della gara – due gol poi subiti su deviazione, siamo stati poco fortunati negli episodi e non siamo riusciti a segnare. Ci giocavamo tanto e nei derby c’è sempre un po’ di preoccupazione. Un po’ di tensione viene, ma abbiamo giocatori abituati a gestire le gare importanti. Se non si riesce a gestire lo stress, non si riescono a gestire neanche le vittorie».
Diventa complicato più che altro gestire un finale di stagione restando ancora appesi alle incertezze sul futuro di uno Spalletti che neanche ieri ha sciolto le riserve. E così, mentre Baldissoni per la prima volta ammette, «il futuro della Roma sarà frutto di un lavoro di programmazione, con o senza Spalletti», il mister toscano prende ancora tempo. «Per me non è il momento dei bilanci, ma solamente dell’analisi di una sconfitta. I bilanci si fanno alla fine: si vedrà dove saremo arrivati, tra quattro partite, e vedremo. Ora devo solamente pensare a riorganizzare bene la squadra in vista della prossima trasferta (contro il Milan a San Siro ndr) visto che la squadra, dal punto di vista morale, le ha buscate».
Oggi subito in campo per l’allenamento, con un discorso da fare ai giocatori. «Si riporterà il nostro storico di questa stagione, di quello che abbiamo sbagliato in questa gara qui. Abbiamo scelto una strada sbagliata, arrivando tardi all’appuntamento che dovevamo. Ora riordiniamo le idee e ripartiamo». Discorsi a parte, propositi a parte, è Daniele De Rossi a riconoscere i meriti della Lazio. «Totti ed io avevamo entrambi gli occhi lucidi perché a noi i derby ci toccano particolarmente da romani. Sicuramente Francesco è dispiaciuto a prescindere che possa giocarne altri o meno. Ma oggi purtroppo vanno fatti i complimenti agli avversari: era la partita che volevano fare e l’hanno fatta». Il centrocampista di Ostia ha segnato il gol del momentaneo uno a uno, risultato alla fine inutile vista la sconfitta dei giallorossi. Inutile come l’ultimo realizzato alla Lazio nel ’99 – quello di ieri era il secondo – quando anche allora la Roma perse (4-2) per quella che fu l’ultima stracittadina di Spalletti. Tante analogie. E un’esultanza rabbiosa, anche verso la panchina biancoceleste. «Ho esultato con i miei compagni di squadra e con i tifosi della Monte Mario – si difende De Rossi – un po’ di rimbrottii loro li ho sentiti, ma non mi sembrava nulla di che».
(La Repubblica – F. Ferrazza)
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