La ruota è fuori dal fango e la Roma di nuovo in carreggiata. Ma la serata di Spalletti è stata lunga. In panchina, con quel turnover finalmente utilizzato a piene mani, come fosse una risposta precisa alle parole di James Pallotta: “Ma io non mi lascio mica impressionare dalle parole del presidente. Ci farebbe piacere se fosse un po’ più presente. Il mio contratto? Io se perdo altre due partite non finisco neppure questa stagione – ha detto Spalletti –. Ho fatto un favore alla dirigenza a non rinnovare, all’allenatore precedente (Garcia, ndr ) hanno dovuto pagare quello che mancava. Pallotta ha ragione, sono io il responsabile. Ma con i tifosi della Roma è bene essere chiari: un anno fa accettai molte situazioni già imbastite, sono partiti Digne, Pjanic, Gervinho, avrei potuto pure salutare alla fine della scorsa stagione, non si è mai parlato di strategie”.
A Palermo capita pure che Luciano Spalletti, a 15’ dalla fine, si giri verso la panchina e domandi a Francesco Totti: “Ti va di fare questo quarto d’ora?”. E il capitano: “Meglio di no, ho mal di schiena”. Sofferenza che si sarebbe palesata già nel post partita a Lione, secondo una versione vicina al calciatore che però viene dribblata da Spalletti: “Ha sentito dolore mentre si riscaldava”, ha spiegato l’allenatore. Che non ha fatto nulla per smontare il giallo del mancato ingresso in campo del numero 10: “Questo per me è un tasto delicato. Preferisco non dire nulla, altrimenti qualsiasi cosa potrebbe essere usata contro di me. Se avete visto, raccontate quello che avete visto”.
Poi Spalletti si rivolge agli ultrà della Sud: “Col Lione sarebbe fondamentale ritrovare 60 mila persone. Non ho mai capito perché i nostri tifosi si siano messi a sfidare chi ha creato loro difficoltà: così hanno complicato la vita a noi”.
(Gazzetta dello Sport)
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