La Festa della Famiglia diventa poco più di una festa in famiglia. Sono meno di quindicimila i tifosi presenti nell’accaldato Olimpico, tutti uniti per dedicare un pensiero e l’incasso ai terremotati del Centro Italia. Totti sulla sua maglia bianca ha la scritta Francesco, sotto c’è il solito numero “10”; è la stessa casacca regalata il giorno prima al Papa, Francesco sopra e “1” sotto: un numero 10 del calcio e un numero uno del Mondo, due “numeri uno” in ambiti diversi. Francesco, quello giallorosso, entra in campo, accarezza i bambini che gli passano davanti e da una, sicuramente poco fortunata nella vita, riceve in regalo una medaglia, lui ricambia con un bacio, un sorriso e poi tiene quel dono stretto a sé.

IL TEST – L’appuntamento benefico è la partita contro il San Lorenzo, squadra per cui fa il tifo il Papa. Un test, vinto 2-1 dai giallorossi, di buon livello. Peccato che la Roma che Spalletti è costretto a schierare è al minimo per via delle assenze. Lucio punta su uno schieramento che prevede l’assenza di De Rossi: due a centrocampo e un trequartista, un 4-2-3-1 che la Roma conosce ma lo pratica con poca consuetudine. Nell’occasione i due centrali davanti alla difesa sono Paredes e il giovane Grossi.

LEO RITMO BASSO – L’argentino è l’indiziato numero uno alla sostituzione di Daniele, e lui è il primo cambio per il terzetto dei titolari composto da Strootman, De Rossi e Nainggolan (più Florenzi, “promosso” centrocampista/attaccante dal tecnico). Leo gioca molti palloni, non ha una grandissima forza fisica, né velocità, però mette in evidenza il suo piede delicato: il gol della Roma arriva da una sua perfetta verticalizzazione che manda in porta Iturbe. Un talento, quello sì, ma spesso sotto ritmo: deve velocizzare pensieri e giocate. Manuel segna e lo vediamo finalmente sorridere, dopo essere andato a sbattere più volte sugli avversari e a essersi rotolato spesso sul terreno insolitamente sabbioso. La partita dà la possibilità, oltre a Paredes, di guadagnare minuti sulle gambe anche a gente come El Shaarawy, pure lui a caccia di un posto da titolare. Il reparto difensivo resta a quattro, pure perché Juan Jesus si ritira a pochi minuti dal match: problemi alla caviglia. Tanto è che Spalletti, vicino a Fazio schiera Emerson, che ora può dire di aver giocato in tutti i ruoli del quartetto. Peres a destra e Seck a sinistra danno spinta, entrambi si distinguono per qualche buona percussione. Una chance a Seck? Spalletti potrebbe pure pensarci, visto che Emerson non ha ancora convinto. Grosse alternative, aspettando Mario Rui, non ce ne sono.

CHECCO E KEBA – C’era attesa per vedere Francesco Totti, “esordiente” stagionale. Il numero 10 gioca il primo tempo da punta centrale davanti a Iturbe, Perotti e El Shaarawy; nella ripresa si sposta (con l’uscita di Perotti) sulla trequarti (sua l’imbucata per Peres nell’azione del raddoppio), lasciando il ruolo di centravanti a Iturbe, che proprio da questa posizione trova la rete del vantaggio. Sempre delizioso il capitano. A destra si vede Keba, classe ‘98, senegalese, preso nello scorso gennaio dallo Spoltore. Lui subito si mette in evidenza con la rete del 2-1 definitivo, raccogliendo nel cuore dell’area una bella palla di Peres. Il momentaneo pari del San Lorenzo era arrivato con un tiro dal limite di Belluschi: Lobont si allunga ma non ci arriva. E pazienza.

(Il Messaggero – A. Angeloni)



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