La prima è filata via liscia, tagliando il traguardo di metà ritiro senza problematiche ed infortuni. Probabilmente il desiderio prioritario per Spalletti, che sul campo pesante dello Stadio Pineta ha osservato in silenzio la pioggia di gol rifilati dai suoi alla selezione locale del Pinzolo. Considerando il basso profilo tecnico della formazione avversaria (composta da giocatori che militano in gran parte in Prima categoria) la Roma si è fermata dopo 16 gol, nessun tiro nello specchio difeso da Alisson e Lobont, e un allenamento di scarico, sicuramente di inferiore intensità rispetto ad una consueta seduta di allenamento.
Dopo quattro giorni di lavoro a buon ritmo, le condizioni meteorologiche del Trentino hanno aiutato il tecnico a far rifiatare la squadra, che da oggi riprenderà il programma completo fino alla prossima amichevole di domenica con il Terek Grozny che chiuderà il ritiro. Mentre gli addetti provvederanno alla rizollatura del campo, Spalletti continuerà il proprio lavoro sulle indicazioni ricevute sulla partita di ieri, ovviamente legata ai movimenti di singoli e della squadra. Il tecnico ha seguito i 90′ minuti contro il Pinzolo inizialmente dalla postazione della tv del club, prima di scendere in panchina e richiamare (in pochissime occasioni) i suoi sulla fase di possesso. Un paio di indicazioni a Manolas sull’impostazione dell’azione e la richiesta generale di giocare «veloci e semplici».
Con due formazioni decise dopo l’allenamento mattutino, l’undici del primo tempo prende le sembianze della formazione titolare fra i disponibili con Manolas e Zukanovic al centro della difesa, Torosidis e Mario Rui sugli esterni, Strootman (con la fascia da capitano) e Paredes a centrocampo e il trio d’attacco composto da Perotti, Dzeko e Salah. Una doppietta in avvio dell’egiziano diventa l’apripista per l’attaccante bosniaco, che chiude con 4 reti in 45 minuti e un boato continuo dei circa mille tifosi presenti sugli spalti. Il sorriso e l’atteggiamento ritrovato del numero 9 prosegue senza sosta dall’inizio del ritiro, così come i colpi di Perotti e la fase di crescita dei giovani Ricci (doppietta) e D’Urso.
Nella ripresa gli occhi sono puntati su Gerson e Iturbe, che dopo una fase iniziale sottotono tramuta qualche fischio negli applausi di un sinistro micidiale sotto l’incrocio dei pali. Un lampo simile a quello del centrocampista brasiliano, ancora in ritardo nell’inserimento del gruppo giallorosso, ma pronto a sfoderare un mancino a giro degno delle aspettative su di lui. Note positive: Strootman continua a scaldare i motori mettendo la gamba su ogni contrasto, Mario Rui e Seck mostrano buone qualità sulla corsa e sugli inserimenti. Ma il prossimo giudizio è atteso in test inevitabilmente più probanti.
Discorso valido anche per Paredes, l’unico a presentarsi in conferenza al fischio finale. La valutazione del centrocampista argentino però non può che concentrarsi sul suo futuro: «Spero che sia nella Roma – ha confermato – anche se adesso sono qui e domani non lo so. Io al posto di Pjanic? Con l’aiuto di Spalletti è un ruolo che posso coprire anche io».
(Il Tempo – A. Serafini)
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