«Se da un parte ci sono meriti, dall’altra ci sono sempre demeriti». Luciano Spalletti filosofeggia, ma ha le idee molto chiare: la Roma ha smesso di lottare e ha dato campo all’Atalanta, e soprattutto non ha fatto, come auspicato alla vigilia, come la Juventus. Perché i bianconeri, come sostengono tanti, giocheranno pure male, ma continuano a vincere; i giallorossi sono belli, bellissimi, ma ogni tanto cadono. La sconfitta si giustifica in questo modo: un primo tempo all’altezza, una ripresa vecchie (negative) maniere, tipo Torino-Roma. «E’ stato un secondo tempo con una involuzione che non mi aspettavo. Avevamo il freno a mano tirato, eppure avevamo creato i presupposti per vincere. Non abbiamo fatto bene quello che c’era da fare, nell’uno contro uno e nella lotta», l’analisi del tecnico. I cambi sbagliati, è l’accusa della giornata: rinunciare a Salah e Perotti forse è stata una mossa poco lungimirante. Lucio motiva così il doppio cambio. «Non riuscivamo più a tenere palla, a salire. Quando si perde è sempre colpa dell’allenatore. E’ un problema fisico? Se noi fossimo riusciti a tenere la partita sui nostri binari, palla a terra. Ci sarebbe stata meno differenza, è chiaro che abbassando la qualità va a salire quello di lotta e abbiamo lasciato qualche pallone di troppo agli avversari. Ma non è stato un problema fisico. L’Atalanta è stata brava ad alzare il ritmo. Non è solo una questione fisica, non abbiamo più vinto un duello, un contrasto. Ero contentissimo di quello che avevano fatto in settimana. Ero convinto di fare una buona partita». Invece buona solo a metà.

E adesso? Come si riparte con la Juve a più sette? «Delle analisi e delle scelte bisognerà farle. Ci è successo nuovamente di abbassare il nostro livello quando meno ce lo aspettavamo. Mettere la testa sotto la sabbia non è un gran vantaggio. Una doppia faccia da produrre nella stessa partita, non va bene. Purtroppo quando le partite finiscono sul piano della lotta, la Roma sparisce. Quando diventa una mischia continua qualcosa concediamo, abbassiamo il livello di qualità e di rendimento, poi commettiamo qualche ingenuità e perdiamo palloni facili. Oltre al rigore ci sono stati altri due o tre episodi che potevano determinarne, abbiamo levato il piedino all’ultimo. E’ un risultato che bisogna accettare, il nostro non rendimento lo ha determinato». Sconfitta salutare? «No è negativa e basta. Le reazioni ci saranno, nessuno si nasconde, io per primo. Da questa gara ne esci male. Nel secondo tempo ci sarebbero dovuti essere molti più spazi per noi, ma l’Atalanta ci ha messo qualche furbata, mentre noi siamo stati ingenui».

(Il Messaggero – A. Angeloni)



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