“Ossessione”, “ossesso”, “gli ossessionati”. Alla vigilia del primpo impegno stagionale di Coppa italia con la Samp, Luciano Spalletti prova a cercare il titolo migliore per il libro della stagione della Roma, anche se il concetto che traspare nella sala stampa di Trigoria è ben chiaro a tutti. La necessità di vincere continua infatti a battere nella testa dell’allenatore toscano, convinto di poter trascinare lo spogliatoio verso un obiettivo che nella capitale manca ormai da troppo tempo.

Poco imprta che si tratti della lotta scudetto con la Juventus o di un ottavo di finale di Coppa perché la fame di successo passa sempre dalla voglia di conquistare la partita successiva: “Bisogna vincere -ammette senza mezzi termini Spalletti- non c’è altra soluzione. Se non si punta sempre al massimo, è segno che siamo dei mediocri e nella Roma dei mediocri non ci possono stare”.

L’argomento è così rilevante, che l’allenatore non perde il filo del discorso neanche di fronte alla leggera scossa di terremoto avvertita durante la conferenza all’interno del centro sportivo, proseguendo il discorso senza battere ciglio e svelando uno degli aneddoti accaduti all’interno dello spogliatoio di Trigoria il giorno successivo alla vittoria di Udine: “Ho scritto sulla lavagna da una parte la classifica reale e dall’altra la classifica nel caso in cui avessimo pareggiato. Per quelli che si accontentano è uguale, eravamo secondi uguale, mentre per me ci sono 50 differenze e ve le posso spiegare tutte. Lì c’è la differenza tra il giocatore che ha carattere, che vuole portare a casa tutto quello che poi gli passa davanti. E’ lì che il contrasto in più, il recupero fatto da un infortunio, il pallone non perso che mi permette di fare il 51% sul possesso palla, passa tutto da lì”.

Un monito che vale per la squadra intera, senza distinzioni, ma che Spalletti utilizza anche per chiarire la posizione di Dzeko, punzecchiato dopo i tanti errori commessi alla Dacia Arena: “Se si va ad analizzare la partita, e io l’ho rivista, Edin ha giocato bene anche a Udine. E’ vero, ha sbagliato quelle due occasioni e purtroppo si da forza a quelle due occasioni, si guardano quelle che possono determinare il risultato. Il tentativo è quello di richiamare la squadra a non accontentarsi. E’ un modo di parlare con la squadra, non è un fatto personale con lui”. Con una precisazione dedicata alla stampa: “Edin è un giocatore magnifico, splendido, divino. Voglio vedere se qualcuno fa il titolo domani, a caratteri cubitali come quando avete riportato che “Dzeko è un giocatore molle”. Vediamo”.

L’assillo della vittoria viene riproposto praticamente in ogni risposta che non tratti news sul mercato o sulla formazione che stasera affronterà la Sampdoria all’Olimpico, un impegno che per il tecnico vale come una finale di una competizione europea. Per questo viene rispedita al mittente ogni domanda che faccia riferimento a un possibile stravolgimento dell’undici titolare in vista della prossima giornata sfida di campionato con il Cagliari: Si fanno giocare quelli che vincono, quelli che portano a casa la vittoria sennò non gioca nessuno. La Roma per crescere deve fare questo e siamo sulla strada buona per quanto visto ultimamente”.

Essere passati con successo sopra le prime due trasferte dell’anno lancia Spalletti verso un percorso che non ammette sbagli o nuovi cali di tensione, altrimenti la rincorsa alla Juventus capolista potrebbe interrompersi in fretta: “Davanti a noi c’è una squadra che difficilmente perde punti, per limare il distacco ci sono servite 4-5 partite in cui noi avevamo soltanto un risultato. Quindi l’unico modo possibile di provarci è vincerle tutte, perché vincere è la nostra necessità”. Più chiaro di così.

(Il Tempo – A. Serafini)



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