Scudo Totti. Contro il Villarreal, in campo per concedere una pausa a Dzeko e garantire giocate di classe davanti ai suoi tifosi. A protezione di Spalletti, che ha nascosto il futuro personale dietro quello del capitano, rischiando di alzare un nuovo polverone. Francesco stavolta è rimasto in silenzio e si è guadagnato la maglia da titolare che di questi tempi vede di rado. L’ultima voltalo scorso 8 dicembre contro l’Astra Giurgiu, sempre in Europa League, a giochi fatti. Guai a pensare che sia così anche oggi, dopo il 4-0 dell’andata in terra spagnola: «Non si gestisce niente, non si va a lesinare sullo 0-0 o a fare un gioco che prevede di “passare” i 90 minuti. Si va per vincere la partita e forzare i ritmi. Il clamore di un’italiana che fa poker fuori casa deve essere una costante, noi abbiamo la possibilità di andare a giocarci le sfide a viso aperto, chiedendo strada, e questo lo si fa mostrando da subitole nostre intenzioni, andando a pressare l’avversario alto fin dall’inizio. Se i miei giocatori non faranno così, resterò deluso». È la mentalità che vuole imporre, davanti a una cosa facile una squadra forte evita di crearsi inutili problemi: «Non facciamo come il Milan nel 2004 con il Deportivo: aveva vinto 4-1 e al ritorno ha perso 4-0…L’analisi di una competizione del genere si fa con il doppio turno. Vincere deve essere un’abitudine. Noi vogliamo fare la partita contro chiunque si metta sulla nostra strada, perché vogliamo andare al di là». Fin dove voglia, e possa, spingersi non è dato sapere, perché Spalletti sceglie di non iscriversi alla corsa a due con il Manchester United per la Coppa: «Non so dove arriveremo. Non so cosa troveremo davanti a noi in questo torneo, ma so per certo che dalla nostra testa non uscirà alcun pensiero diverso da quello di rivivere serate importanti come quella di Vila-real. Vogliamo fare risultati per far felici i tifosi, accolti benissimo in Spagna. Se smettessimo di distinguere i tifosi avversari dai nostri daremmo un contributo a quello che deve essere il vivere bene, il sentimento che ci accomuna e viviamo per questo sport. Spero sia lo stesso all’Olimpico».
In tribuna ci sarà anche un certo Falcao, che si è trattenuto nella capitale dopo aver presentato il Docufilm di cui è protagonista (in onda stasera alle 22 su Roma Tv). Totti ha detto che gli sarebbe piaciuto giocarci insieme, invece a 40 anni sarà in campo e il Divino ad ammirarlo dagli spalti. Storia ovunque si guardi. Per scrivere un nuovo capitolo felice servirà ottenere il massimo dalla Roma 2: «Ci vuole tanta fantasia a chiamare riserve giocatori come Paredes, Juan Jesus, Vermaelen, Mario Rui, El Shaarawy e Perotti…Francesco gioca sicuramente». I nominati saranno schierati dal 1′, basta aggiungere Alisson, De Rossi, Peres e Manolas e la formazione è fatta. «Dzeko e Salah li faccio riposare e – avvisa Spalletti – In base a come si comportano i loro sostituiti potrei anche decidere di tenerli in panchina nella prossima partita». Uno stimolo per le seconde linee (Gerson rischia di finire in tribuna con Rudiger e Lobont) che sa poco di verità, perché a San Siro contro l’Inter domenica ci sarà bisogno del miglior undici e il bomber bosniaco autore della tripletta che oggi fa stare tranquilla la Roma è la sua punta di diamante.
(Il Tempo – E. Menghi)
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