Dopo la sbornia europea contro il Villarreal, la Roma sommerge anche il Torino, infilando altre quattro reti a distanza di tre giorni dal viaggio spagnolo. Oltre allo straordinario momento di forma di Dzeko, a segno Salah, Paredes e Nainggolan (4-1). Ma titoli e attenzioni li ruba, a fine gara, Luciano Spalletti. Il tecnico, a sorpresa, si incastra in un discorso che spiazza davvero tutti. Anche la società giallorossa. «Io non voglio che Totti smetta con me e se lo fanno smettere, io me ne vado. Voi avete creato il problema Totti, e ora, anche se faccio il triplete, se non firma Francesco, io me ne vado». Come alterare una normale domenica di tranquillità, con la Roma fresca di quindicesima vittoria consecutiva casalinga in campionato, dopo il poker in Europa. Invece della vittoria e del calendario che vedrà adesso i giallorossi impegnati – dopo il ritorno col Villarreal di giovedì prossimo – contro l’Inter, la Lazio (in coppa Italia) e il Napoli, si parlerà tanto del cervellotico ragionamento tirato fuori dal tecnico, apparso troppo immerso in questioni personali. Con la stampa, l’ambiente e, soprattutto, con Francesco Totti.

Meglio, forse, pensare ai numeri sotto porta di Dzeko. Diciannove in campionato, ventinove totali. Trentadue, se si aggiungono anche quelli fatti con la Bosnia. Cresce il bottino portato in dote dall’attaccante ai romanisti, sempre più abituati ai gol del “centravantone”, capace in questa stagione di imboccare, senza alcun dubbio, la strada della continuità. Per raggiungere – e conquistare – la Scarpa d’oro quale miglior cannoniere europeo. Ma anche, e soprattutto, per infilare nella bacheca di Trigoria almeno un trofeo.

E un titolo finale lo alzerebbe molto volentieri anche Paredes. Il centrocampista è uscito dall’ombra in cui si era nascosto negli ultimi tempi, diventando uno dei protagonisti della vittoria con un gol bellissimo dalla distanza. «Ho visto la palla che arrivava, ho calciata ed è andata bene», sfoggia umiltà il ragazzo. «Devo ancora migliorare, ho dei compagni di reparto fortissimi e lavoro per essere alla stessa altezza».

«Sono stati bravi – l’analisi di Spalletti – dopo l’Europa League ci poteva essere il rischio di non avere il ritmo nelle gambe e dare vantaggi al Toro. Invece siamo entrati bene in partita, ma non accontentiamo perché sul 2-0 ci siamo abbassati troppo. Dzeko? Si è messo in testa di essere importante e ci dà vantaggio. Sente la fiducia dell’ambiente».

Un assist a Crotone e un gol ieri pomeriggio: il rientro di Salah dalla Coppa d’Africa è stato meno traumatico di quello che si potesse pensare. «Mi piace giocare sia più da interno, come sto facendo ora, sia da esterno – ammette l’egiziano – ma sono a disposizione del mister. Stiamo facendo bene».

(La Repubblica – F. Ferrazza)



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