Grande ancora lo deve diventare, ma un poker da tre punti non è una brutta presentazione al campionato. Certo il risultato è un po’ bugiardo, forse eccessivo, e Spalletti si aspetta una crescita il prima possibile, tant’è che dopo la prima vittoria della stagione sono più le critiche delle lodi alla sua squadra: «Dobbiamo fare di più. Tra il primo e il secondo tempo abbiamo cambiato tutti passo e quando siamo riusciti a sbloccarla ci siamo sciolti. Sembrava che corressimo di più nella ripresa, in realtà facevamo solo girare la palla più velocemente. Sono uscite fuori anche le nostre qualità, come l’arpionata di Nainggolan che è una cosa che solo lui sa fare e ci vuole. All’inizio eravamo smaniosi di fare e quando non si sta attenti si fa le cose da arruffoni. Dovevamo stare più tranquilli». Tra i più tesi c’era Emerson, schierato dal 1’ nonostante il tocco di mano valso l’1-1 col Porto: «È un buon calciatore se lo si fa stare sereno. Ha un sinistro impressionante, ma è un ragazzo e col morso dell’Olimpico non è facile. Deve prendere confidenza».
Lo stesso deve fare Dzeko con il gol, ma la strada imboccata quest’anno sembra quella giusta e Spalletti ha la soluzione per il suo centravanti: «Se lui non si abitua a fare un duello fisico cattivo, poi non è neanche bravo ad appoggiarla in porta. Nel primo tempo si era fatto vedere più volte in mezzo ai centrali e non gliel’hanno mai data, chiaro che per lui diventa più difficile se non gliela passano. La chiave è tutta lì: fame fisica e mette apposto anche i gol». I problemi per l’allenatore toscano sono dietro: «Qualcosa manca. Vermaelen è arrivato ora ma con Manolas sono due centrali forti e devono rischiare la palla dietro alle spalle perché si arriva prima da tutte le parti. Bisogna ancora migliorare qualcosa, coprire le distanze, rischiare di più e accettare l’uno contro uno. Comunque non gli abbiamo concesso grandi cose per cui è un segnale di equilibro e maturità anche rispetto a Oporto, dove dopo essere passati in vantaggio ci siamo un po’ impauriti. C’è qualcosa su cui si può mettere il naso, ma non abbiamo mai rischiato niente perché siamo una squadra matura». Un po’ di preoccupazione per il ritorno dei preliminari di Champions c’è, perché mancherà Vermaelen ed è in quest’ottica che Spalletti ha scelto di preservare Juan Jesus: «Ho pensato che se mi si faceva male un altro difensore sarei stato poi costretto a far giocare uno non tranquillo martedì. Manolas è uscito perché non volevamo rischiare, ma sembra sia tutto a posto».
Perotti è entrato e ha cambiato la partita, il «musino» accennato dal tecnico alla vigilia non era il suo: «Non era al top e non volevo intossicarlo. Abbiamo una rosa di professionisti, dentro le scelte e le gestioni può capitare che qualcuno ci resti male. Noi non abbiamo altra scelta che vincere». Spalletti non vuole lasciarsi scappare la Juve: «Nessuno vuole arrendersi ai bianconeri: dovremo lottare tutti forte e sarà un piacere sfidarli».
(Il Tempo – E. Menghi)
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