Senza timori reverenziali, Spalletti alza il sipario sul campionato della sua Roma. Contro l’Udinese oggi pomeriggio (ore 18) i giallorossi toglieranno le ragnatele dall’Olimpico, facendo le prove generali per il ritorno contro il Porto. Tra Italia ed Europa, si fa subito sul serio, con il tecnico che lucida il suo ego e quello della squadra. «Non ho una formazione forte, ma un gruppo forte, di cui mi fido moltissimo, perché è una delle squadre più forti che abbia allenato da quando faccio questo mestiere. Ne ho avute anche altre, ma questa è forte forte».
Forte a tal punto da non temere paragoni neanche con la Juve? «Ma non crediate che le altre siano peggio della Roma — spiega Spalletti — sarebbe un errore di presunzione che non possiamo concederci. Siamo forti e fin da subito dobbiamo dimostrare di essere anche grandi. Contro l’Udinese sarà una battaglia. Strootman e Paredes sono entrambi più forti di Pjanic e, quindi, a centrocampo, in questo senso, siamo a posto. Gerson ha buone qualità ma deve calarsi nel nostro calcio. E con l’arrivo di Bruno Peres possiamo spostare Florenzi anche a centrocampo». L’azzurro oggi però non ci sarà, bloccato da un problema al polpaccio destro. «Quattro partite ravvicinate sono una bella botta, sia fisica sia psicologica. Qualcosa cambieremo in tutti i reparti. Non farò la formazione per far contente le persone: se vengono da me col “musino” per non aver giocato, non giocano neanche la gara successiva. Devono venire con le intenzioni giuste».
Martedì il ritorno con il Porto, per trasformare l’uno a uno dell’andata in un lasciapassare per la Champions League. Poi, domenica prossima, il Cagliari in trasferta. Poco tempo per pensare o fare calcoli. Soprattutto per un ruolo delicato come quello del portiere. Ma Szczesny scalpita e Alisson (in vantaggio) ha bisogno di mettere minuti sulle gambe nel calcio italiano. «Il polacco si è allenato poco. Avrebbe meritato di giocare a Porto perché è tra quelli che hanno contribuito a poter giocare questo preliminare, ma non devo farmi prendere dai sentimenti e schierare i migliori, sbagliando il meno possibile».
Spinge più sull’acceleratore-Pallotta, rinforzato nella convinzione di aver costruito una Roma da scudetto. «Il nostro obiettivo è il titolo — ammette il presidente giallorosso intervistato da una radio statunitense — abbiamo scelto un tecnico come Spalletti che è una garanzia in Italia. E Luciano mi ha detto che questo è il gruppo più talentuoso che ha allenato». Sul nuovo stadio a Tor di Valle, poi. «Speriamo di poter iniziare i lavori a marzo 2017, e poi ci vorranno tra i 24 e i 28 mesi».
(La Repubblica – F. Ferrazza)
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