Alla fine Spalletti non sa ancora se è tutto vero o meno. Si sognava un’altra partita, le sfide di Champions, un’atmosfera che sentiva sua e che non ha più ritrovato. Ma soprattutto ha perso per strada la sua Roma, non riuscendo quasi a capacitarsi di cosa sia successo. «Abbiamo perso una partita importante ed è un peccato, visti i sacrifici fatti. Le espulsioni non le capisco, quella di rimanere in 11 per noi deve essere una regola. Sono ingenuità pesanti, dovevamo stare più calmi».
QUANTE INGENUITA’ – Già e allora bisogna capire perché la Roma sia così nervosa, tanto da prendere tre rossi in due gare di Champions. «Noi abbiamo anche dei regolamenti in cui non tolleriamo chi lascia la squadra in 10, quindi ci atteggiamo in maniera diversa. In questa settimana si è visto un epilogo diverso, ma noi non avevamo avuto avvisaglie per poter prevenire questa situazione». Anche in parità numerica, però, la Roma non è che avesse brillato di luce propria. «Questa è una sconfitta che ci spezza in due, ora ci aspetta un periodo durissimo. Loro sono stati bravi ad andare in vantaggio, poi il rosso di Daniele ci ha rovinato. Per rimettere a posto le cose ci servono due-tre mesi di alto livello, ma sarà faticosissimo. E dovremo tapparci le orecchie perché quello che ci aspetta sarà durissimo». La mossa si Spalletti era stata proprio quella di scegliere De Rossi come centrale di difesa, al posto di Fazio: «Daniele l’avevo scelto per trovare qualità nel palleggio, quel ruolo lo sa fare – dice il tecnico -. Ma se la gestione della palla poi è stata quella, evidentemente mi sono sbagliato. Siamo stati lenti e abbiamo perso dei palloni con delle leggerezze. L’espulsione? Io Daniele l’ho trovato più maturo, calmo. Certe cose non le capisco». E chissà se a mente fredda cambierebbe qualcosa. «No, a parte il risultato. Siamo entrati in partita male, abbiamo sbagliato nel gestire la partita».
PALLOTTA E TOTTI – Di parere diverso invece Pallotta, che punta il dito contro l’arbitro polacco. «È stato disgustoso, ha rovinato la partita – dice il presidente giallorosso dagli Stati Uniti – Ditemi voi come si può giocare in 10 o in 9, cosa puoi aspettarti di più. Ripercussioni? Non, non ce ne saranno. Ma ripeto, sono delusissimo dall’arbitro». E lo è anche Francesco Totti, per non aver neanche messo piede in campo. Di fatto, il suo addio alla Champions.
GIOIA PORTOGHESE – Felicità dilagante, ovviamente in casa Porto. «Siamo dove ci meritiamo», dice Espirito Santo: sapeva che dopo l’1-1 dell’andata la sua squadra non partiva battuta, ma neanche lui si immaginava un 3-0 così. «Devo ringraziare i giocatori, sono stati fantastici. All’andata e stasera, hanno fatto una grande partita». Casillas alla fine è lo specchio della felicità, applaudito anche dai tifosi romanisti. «Lui e gli altri – continua l’allenatore del Porto – sono stati sempre superiori alla Roma. Abbiamo avuto un ottimo inizio di partita, che è quello che avevo chiesto. Questo risultato vale tanto, conseguito contro un grande club, mettendo in mostra anche un calcio di qualità». Da sottolineare, infine, come i giocatori del Porto abbiano evidenziato come l’aspetto mentale sia stato decisivo. «Siamo stati molto intelligenti – chiude Layun – nella gestione del gioco e del risultato e questo ha fatto la differenza».
(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese)
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