Se c’è una possibilità di approfittare della brusca frenata della Juventus (due sconfitte, in Supercoppa e a Firenze, nelle ultime quattro partite) questa passa per il mercato. Luciano Spalletti se ne è accorto e non perde occasione per rimarcarlo. Non perché si attenda il colpo alla Pogba che gli possa cambiare il volto della squadra a gennaio. Dipendesse da lui, si accontenterebbe di molto meno. Una, due pedine per andare a rinfoltire la mediana e l’attacco, perché «quando ci saranno undici gare in quaranta giorni, se non hai un numero di giocatori precisi per sopperire a quella quantità d’incontri, poi rischi di non vincere più. E la classifica è cortissima e senza rendertene conto rischi di ritrovarti sesto». Nella Roma che ha imparato a vincere come faceva sino a poco tempo fa la Juventus, rimangono tutti sulla corda. Da Fazio, divenuto il fulcro difensivo, all’olandese Strootman, ritornato finalmente ai suoi livelli d’eccellenza. Da Nainggolan, trasformatosi ormai in uomo-squadra, al greco Manolas che continua a prendersela con i giornalisti sui social («Scrivete soltanto bugie») ma non firma l’adeguamento contrattuale, facendo ammettere al direttore generale Mauro Baldissoni che «noi vorremmo tenerlo ma conta la volontà del giocatore». E anche chi, come Edin Dzeko, è il vice capocannoniere della Serie A, non può rilassarsi: «Tende ad accontentarsi, a volte è molle», ha ribadito Luciano Spalletti domenica.

Nella volontà di alzare l’asticella da parte dell’allenatore, c’è la consapevolezza che questo è il momento giusto. Almeno per provare a mettere in discussione le certezze juventine, radicate da cinque anni di dominio assoluto in Italia. In campo gli sta riuscendo. Paradossalmente da quando ha salutato Mohamed Salah per la Coppa d’Africa. Ora la squadra ha un attaccante in meno e un terzino in più (il brasiliano Bruno Peres) ma non incassa più gol (appena due nelle ultime sei gare di campionato). Alla lunga però non può bastare. E il discorso torna inevitabilmente sul mercato. Perché se a Udine Luciano Spalletti è stato costretto a effettuare soltanto una sostituzione (Francesco Totti per El Shaarawy) per mancanza d’interpreti in panchina, l’attaccante egiziano ritornerà soltanto a febbraio. Come Alessandro Florenzi che però avrà inevitabilmente bisogno di un periodo di rodaggio. Mario Rui insegna: da quando è ritornato a disposizione, il portoghese non è stato impiegato ancora un minuto. Potrebbe forse trovare spazio giovedì all’Olimpico negli ottavi di Coppa Italia contro la Sampdoria di Marco Giampaolo.

Sempre attento nell’utilizzo delle parole quando si tratta di rapportarsi con la propria società, Luciano Spalletti dice di non chiedere e di non pretendere nulla. Ma fa capire bene cosa pensa. Bocciato Charly Musonda («Ora, se non riusciamo a prendere nessuno di livello, il ragazzino non conta, dovrei fargli fare esperienza») le prossime 48 ore saranno decisive per capire il margine di manovra restante su SofianeFeghouli che il West Ham sembra volersi tenere stretto. La prima alernativa è Jesé ma in questo caso c’è da convincere il calciatore.

(Tuttosport – S. Carina)



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