L’impresa gli è riuscita alla terzultima curva. Non servirà probabilmente per vincere lo scudetto ma almeno per garantirsi il secondo posto, vitale per la programmazione futura del club. Lucio tira un sospiro di sollievo, dopo una settimana e 90 minuti difficili: «Al di là delle complicazioni, abbiamo fatto quello che c’eravamo detti in settimana. Siamo stati tignosi, come piace a me – dice orgoglioso – C’è stato qualcosa dal punto di vista caratteriale che non è sempre stato frequente trovare in questa squadra. Nainggolan ad esempio ha giocato in condizioni che non so come abbia fatto, solo lui ci sarebbe riuscito. Volevamo e dovevamo vincere. Ce l’abbiamo fatta». È visibilmente soddisfatto e non potrebbe essere altrimenti.
SABATINI E SOUSA Provano ad innervosirlo rimarcando come la Juventus abbia impiegato più di una seconda linea ma il tecnico stavolta è bravo a mantenersi concentrato nell’analisi della gara: «Non è tanto la vittoria, ma è la perseveranza di ribaltare le situazioni che fa la differenza. Per ora non vale niente però rimane viva la possibilità di arrivare secondi. Altri hanno dentro un animaletto che li spinge a vincere». Quell’animaletto che lui potrebbe cercare e trovare altrove: «Le mie parole su Sabatini di sabato? Ho solo detto che mi piacerebbe tornare a lavorare con lui». Non poco (ieri intanto è stato avvistato in tribuna Paulo Sousa). «Adesso però pensiamo ai risultati, non alla polvere. Abbiamo due partite da vincere, ora è meglio avere la visuale lucida e non buttare la polvere in mezzo. Parlare di futuro e di contratto vuol dire alzare un polverone, meglio restare con la vista lucida», aggiunge in un secondo momento.
ZERO RIMPIANTI E lui rimane tale quando si prova ad alimentare qualche rimpianto per quello che poteva essere e invece non è stato: «Non ci sono rimpianti, c’è solo gioia e felicità. Sabato in conferenza ho detto che questa Juventus è quella che ha programmato di essere in questa posizione con un lavoro straordinario. Devono festeggiare una qualificazione meritata alla finale di Champions e hanno una finale di coppa tra tre giorni. È inutile che lo neghiamo, questo per noi è stato un vantaggio. Nel secondo tempo abbiamo fatto totalmente il nostro dovere, nel primo dovevamo fare di più. Ed è su questo che in settimana dobbiamo lavorare». Puntuale, arriva la domanda su Totti che, entrato nel tempo di recupero, al fischio finale di Banti si è diretto negli spogliatoi mentre la squadra, capitanata da De Rossi, andava a festeggiare il successo sotto la curva Sud: «Anche questa, come quella di San Siro, non è stata una gara facile da gestire. Se fossimo rimasti in parità l’avrei messo prima, ma sul 3-1 dovevamo gestire e ripartire. La partita si era messa sulla lotta, era molto dura e non era la sua gara, anche se per poco credo sia stato utile chiamarlo in causa davanti alla sua gente. È vero, l’ho messo tardi e l’ho visto pure arrabbiato alla fine». Passerella finale per il pubblico che, alla lettura delle formazioni, lo aveva in parte fischiato: «Vedere tutte le componenti unite è stato bello. A noi purtroppo è capitato poco in questa stagione di poter usufruire di questa spinta che contro la Juventus si è sentita, eccome».
(Il Messaggero – S. Carina)
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