Jim Pallotta ha lasciato Roma nel primo pomeriggio, è andato a Londra e poi tornerà negli Stati Uniti. Una settimana intensa quella del presidente, culminata con la cena con le alte cariche dirigenziali e con Spalletti, Baldini e Alex Zecca in una pizzeria non lontana dal centro della Capitale. Il numero uno di Trigoria ha dato al tecnico un segnale di fiducia sul futuro: nessun tema relativo alla gestione societaria o al contratto – assicurano da Trigoria – ma solo una serata per salutarsi e darsi l’arrivederci a fine stagione. Sì, perché Spalletti ha ribadito la sua volontà di restare ad allenare solo se riuscirà a portare a casa un trofeo che può essere la Coppa Italia o il secondo posto con la qualificazione diretta in Champions League («Sarebbe il nostro scudetto», ha detto recentemente).

LE RASSICURAZIONI Un’unione d’intenti certificata dall’abbraccio di Pallotta a Lucio a fine serata davanti alle telecamere. Dal canto suo, però, il tecnico non si ferma solo ai piazzamenti in campionato o in Coppa; per lui sarà determinante anche il progetto societario: Spalletti non vuole ritrovarsi a giocare il prossimo campionato con una rosa corta e senza calciatori determinanti come Nainggolan, Ruediger, Manolas o Strootman, tutti alla ricerca di un adeguamento contrattuale. La risposta dell’allenatore arriverà tra poco più di un mese, quando l’andamento della stagione sarà pressoché definito.

«ABBIAMO SBAGLIATO» In un’intervista pubblicata prima della partenza per Londra, Pallotta ha ammesso alcuni errori commessi negli ultimi anni: «Siamo seri su quello che vogliamo costruire, non siamo soltanto americani di passaggio che cercano di fare qualche soldo grazie alla squadra. Abbiamo il desiderio di dimostrare che nei prossimi 10 o 15 anni possiamo diventare una forza globale in questo sport. Il calcio non è uno sport facile e noi abbiamo fatto errori. A volte abbiamo fatto due o tre passi avanti, altre volte un passo indietro. Ma ogni volta ci rialziamo pronti a ripartire di nuovo», ha detto a sports360. Su Pjanic e la Juventus: «Abbiamo concordato la clausola di rescissione e abbiamo imparato la lezione. Il management della Juventus è lo stesso da anni, ed è qualcosa a cui dobbiamo aspirare perché dà stabilità alla società».

(Il Messaggero – G. Lengua)



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