Una alla volta. Ma sempre col piede sull’acceleratore. Stasera contro l’Inter a San Siro si inaugura un ciclo infernale di partite per la Roma e Spalletti spiega come gestire mentalmente il tour de force che poi riserverà in fila il primo derby di Coppa Italia, la sfida interna con il Napoli e la trasferta di Lione. «A guardarle tutte insieme – spiega l’allenatore – diventa un fardello importante e potrebbe sembrare anche impossibile. Proviamo a fare la cosa più semplice che farebbe chiunque: si pensa a una sfida per volta, non c’è altra soluzione. Acceleratore a tavoletta, si valuta quello che viene fuori dalla gara e si va alla successiva. Gli impegni sono tutti di un’importanza fondamentale, almeno non si cadrà nel tranello di pensare che uno è più facile degli altri». Sulla sponda interista hanno preparato la partita della vita da una settimana, la sconfitta di ieri del Napoli aumenta gli stimoli nerazzurri e, ovviamente, della Roma che ha la possibilità di allungare nella lotta per il secondo posto. La Juve, che continua a vincere, rimane per il momento un pensiero lontano. «Affrontiamo una squadra forte – sottolinea Spalletti – che con Pioli ha trovato degli equilibri. È tanto tempo che vincono e viene ricordato, quindi siamo preparati ad affrontare un avversario vincente». Nel duello fra i bomber si tiene stretto Dzeko: «Non lo cambierei con Icardi, per numero di gol segnati e azioni nel nostro gioco è l’elemento più importante».

Finora i confronti con Pioli pendono tutti da una parte. Spalletti l’ha battuto quattro volte su cinque incroci tra campionato e Coppa, non solo, con quei successi ha anche propiziato due esoneri del collega: ai tempi del Parma e dopo il derby vinto l’anno scorso 4-1. L’emiliano, quindi, ha fame di rivincita e ha provocato la Roma alla vigilia, lamentandosi della differenza di rigori concessi finora alle due squadre. Pronta la replica di Luciano: «Nelle 19 partite del girone di ritorno della scorsa stagione la Roma ha avuto un rigore al terzo episodio clamoroso, ma nessuno ha chiesto niente o ha fatto abbinamenti con gli avversari. Se loro vogliono chiedere qualcosa usandoci, noi un po’ più deboli non sappiamo come reagire». Inevitabile un passaggio sul nuovo accordo per lo stadio, che non cambia però i pensieri di Spalletti sul suo futuro. «È stato raggiunto un risultato straordinario per la città, una soluzione corretta e dico bravi a tutti. La Roma sarà una squadra ancora più ambita in futuro, ma lo stadio si fa in 3-4 anni e io non so neppure se sarò ancora vivo». Poi chiarisce per l’ennesima volta i motivi della mancata firma sul rinnovo: «Io non sono nelle condizioni nell’andare a dire alla società quello che devono fare. Sono importanti i giocatori, quelli più bravi vanno tenuti. Se ci fosse una partenza mi aspetto che venga sostituito, Dzeko, Nainggolan o chi va via. Ma senza ottenere i risultati cambia tutta la prospettiva. Ci dite sempre che dobbiamo vincere e avete ragione. I tifosi stiano tranquilli perché i dirigenti la continuità la danno occupandosi di stadio, Trigoria e settore giovanile. Io non ce l’ho con nessuno, non devo dare niente a nessuno, devo badare solo alla crescita della Roma.Da qui in avanti del mio futuro ne parlerò con la società, non ho altro da dire». Almeno fino alla prossima domanda.

(Il Tempo – A. Austini)



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