AS ROMA NEWS SPINAZZOLA – Parlare di verdetto, in fondo, sa molto di “legal thriller”, perciò di vittime e salvatori, colpevoli e innocenti. Invece Leonardo Spinazzola è partito per il suo viaggio verso la Finlandia senza trionfalismi né malinconie, scrive La Gazzetta dello Sport.
Semplicemente con la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per tornare al meglio, dopo il grave infortunio al tendine d’achille che, nel giugno scorso, ha appannato la gioia della vittoria dell’Europeo. Da quel momento, per quello che è il miglior terzino sinistro italiano, è cominciata la lunga rincorsa verso il futuro, innescata dalla decisione di farsi operare a Turku dal professor Lasse Lempainen, “mago” dei tendini.
Spinazzola, operato il 5 luglio, aveva commosso il calcio, partecipando in stampelle, sul prato di Wembley, alla festa azzurra. A colpire, poi, era stato soprattutto il suo sorriso, che non ha mai perso neppure nei giorni più bui dello sconforto, che aveva raccontato, aprendo le porte di casa alla «Gazzetta» insieme a sua moglie Miriam.
Il suo primo mantra era stato: «Torno a novembre in gruppo», cosa che sembrava avallata anche dalla Roma, che lo aveva inserito nella lista Uefa varata a fine agosto. Il professor Lempainen, però, aveva sempre predicato prudenza, cioè almeno sei-sette mesi per il suo ritorno agli allenamenti in campo. Non è un caso che il c.t. Mancini sperava di averlo per gli spareggi “mondiali” di marzo, ma si sono accumulati dei ritardi che hanno reso impossibile la cosa.
Così Mourinho a gennaio è sbottato: «Mi sarebbe piaciuto sapere chi è stato il fenomeno che ha detto che sarebbe rientrato a novembre, sarebbe stato un pazzo. Lo ha detto lui? E’ stato pazzo anche lui. È stato iperottimista, ma lo hanno motivato in modo sbagliato, è una lesione impossibile da recuperare in pochi mesi. Se rientrerà ad aprile o a maggio sarò contento, è stato un infortunio serio e il recupero non è mai una linea retta».
Aveva ragione lo Special One, perché di “stop and go” ce ne sono stati. Perciò il professor Andrea Ferretti, medico della Nazionale, sempre a gennaio aveva detto: «La rottura del tendine d’Achille è un infortunio molto serio e la storia ci insegna che il pieno recupero è piuttosto lento. Credo che per Leonardo la previsione più realistica sia quella di tornare per la fine di questo campionato, per essere in piena forma a inizio della prossima stagione. Come tifosi possiamo sperare in un recupero più veloce, ma non sarà facile».
Negli esami che Spinazzola sosterrà oggi e domani in Finlandia – dove è volato accompagnato dal dottor Costa, medico sociale del club – tutti sperano che arrivi il via libera definitivo che consenta al terzino di tornare alla convocazione e poi, gradatamente, a essere impiegato nelle partite stagionali che restano. È ovvio che nessuno chiederà a Leonardo di ripetere subito le stesse prestazioni con cui ha lasciato il palcoscenico del calcio a giugno durante l’Europeo, però tutti sperano che la fascia sinistra ritrovi al più presto il suo padrone, in quello che potrebbe essere un lungo sprint batticuore sia in campionato che in Conference League.
Non è un mistero che su quella corsia Vina non abbia convinto, Maitland-Niles sia affondato e il baby Zalewski cerchi di adattarsi con spirito di sacrificio, ma Spinazzola è un’altra cosa. Per informazioni, basterebbe chiedere al commissario tecnico Roberto Mancini, a cui tanto è mancato in questi mesi che hanno fatto naufragare il sogno mondiale dell’Italia. Ma la risposta sarebbe ovvia. E piena di malinconia.
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