ULTIME NOTIZIE AS ROMA SPINAZZOLA – Ha voglia di tornare a correre Leonardo Spinazzola. L’esterno della Roma sta continuando il suo percorso di riabilitazione dopo l’infortunio al tendine d’Achille rimediato agli Europei e ha messo nel mirino il mese di novembre. Da quella partita contro il Belgio al rapporto con Mourinho, in un’intervista a SportWeek Leonardo e Miriam, la moglie, si sono raccontati a 360 gradi.
Cosa avete pensato nel momento dell’infortunio, il 2 luglio contro il Belgio?
L: “Perché a me? Dopo la botta, ho capito subito: “Mi è saltato il tendine”. È arrivato Bryan (Cristante) e gli ho detto che mi ero rotto tutto. Mi passavano davanti tanti pensieri, l’Europeo che se ne andava, il miglior momento della mia carriera e allora è cominciato un mare di lacrime. Il giorno dopo a Coverciano, però, già mi sono sentito meglio. I compagni mi hanno tranquillizzato. La notte ho faticato a prendere sono, ho fatto di nuovo mezz’ora di lacrime, poi mi sono bevuto due birre e ho detto: “Ok, ora basta“.”
M: “Io ero a casa davanti la tv. Appena ho visto la scena ho messo le mani in faccia. Tre anni fa, quando si è rotto il ginocchio in allenamento, non l’ho vissuto in diretta: questa volta è stata bruttissima. Lui piangeva e capivo che era una cosa grave. Poi c’era Mattia, che si era reso conto di tutto e mi chiedeva: “Perché papà piange?”. Non sapevo cosa fosse, ho cominciato a piangere anche io. E forse il giorno dopo è stato peggio”.
Il viaggio in Finlandia in un flash.
L: “La luce che non tramonta mai”.
A Coverciano diceva “Andiamo ad alzare la coppa con le stampelle”. Era così convinto?
L: “Sì, non lo dicevo tanto per dire. Sicuramente pensavo che saremmo arrivati in finale”.
E il viaggio a Londra?
L:“Stupendo. Quando non gioco ho l’ansia, perciò è stato bello rivedere i miei compagni. Il grande riconoscimento dopo la Spagna lo ricorderò per sempre”.
Prima dell’infortunio si parlava per lei di Real Madrid. Il cervello volava altrove?
L:”No, stavo giocando l’Europeo, pensavo solo a quello”.
Cosa ha pensato nel gennaio 2020, quando l’Inter non l’ha più presa dopo le visite mediche?
L: “Siamo gente con la valigia, ma certe volte ci rimani male. Sono cose che fanno crescere. La mia testa è cambiata lì, è scattato qualcosa, ho detto: “Adesso mi diverto io”. Certe cose servono a rafforzarti. Ho detto a Miriam: “Se mi arrabbio di nuovo per il calcio, dammi uno schiaffo”. Lo facevo troppo”
Mourinho che impressione le ha fatto?
L:“Sembra che scherzi, ma ti dice le cose come stanno”.
Nel 2022, è più facile che l’Italia rivinca il Mondiale o la Roma un titolo?
L:“Speriamo tutti e due. Credo però che, povera città di Roma, la dovrebbero rifare dopo i festeggiamenti”.
Che effetto le ha fatto vedere gli inglesi che si toglievano la medaglia?
L:“Per me è normale, non è una mancanza di rispetto. Se arrivi secondo, vedi tutto nero”.
Cosa cambierebbe del suo passato?
L:“Il ruolo – cioè vorrei essere stato impostato prima come terzino – e la testa. Avrei dovuto avere più pazienza”.
Tornerà a gennaio, si dice.
L:“Io dico meno. Ecco il mio programma: a novembre mi alleno e dicembre gioco. A Pinto e ai dottori l’ho già assicurato”.
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