AS ROMA NEWS SPINAZZOLA – Ha preferito non rispondere alla chiamata della Nazionale, Leonardo Spinazzola, ed è rimasto a lavorare a Trigoria per recuperare la forma migliore, scrive il Corriere della Sera. “È stata una mia richiesta – le parole dell’esterno in un podcast sul sito della società – Mancini mi ha concesso questi dieci giorni per rimettermi a posto e fare dei lavori specifici che mi mancano da luglio, per il polpaccio. Lui mi ha capito. Questo infortunio è uno dei peggiori per un calciatore, anche per le mie caratteristiche che si basano sulla velocità”.
Se Mancini gli ha concesso di rimanere a lavorare, Mourinho ha apprezzato ancora di più questa sua disponibilità. Lo Special One lo ha aspettato per tutta la scorsa stagione – tirando fuori dal cilindro Zalewski – e ora conta su di lui: il sentimento sembra reciproco. “Stiamo con Mourinho e qualsiasi cosa dica, noi gli andiamo dietro. Se ci dice di fare la guerra noi facciamo la guerra. È così, ha questo dono. Poi tutto quello che dice, per la maggior parte si avvera. Lui è molto tranquillo in allenamento, non so come fosse in passato, ma è veramente pacato. Alcune volte osserva dall’alto, gli piace vedere come ti muovi, come muovi il corpo, il body language”.
Dopo la vittoria in Conference League dello scorso maggio, la Roma è chiamata a ripetersi, un’impresa non facile e nemmeno scontata. “Dopo la finale vinta ci siamo detti: “non sappiamo cosa abbiamo fatto e lo sapremo solo al nostro ritorno a Roma”. Quel giorno è stata una liberazione dopo un anno incredibile, è stato come chiudere il cerchio”. La squadra ha avuto il merito di riportare la gente allo stadio, sempre pieno a prescindere da chi sia l’avversario. “Giocare all’Olimpico è sempre stato emozionante, quel boato incredibile ti fa dare sempre qualcosa in più. C’è questa atmosfera fantastica, ascoltare l’inno è pazzesco”.
Eppure, dopo pochi mesi dal suo arrivo, la Roma lo aveva ceduto all’Inter. “I primi sei mesi in giallorosso sono stati difficili. Quel trasferimento a Milano poi saltato mi ha dato grande serenità mentale e si vedeva in campo”.
Il rientro contro il Venezia, lo scorso anno, è stato come un nuovo esordio. “Forse era l’entusiasmo, ma in quel mese di maggio mi sembrava che fosse passato un mese dall’infortunio, invece ne erano passati nove. È stato tutto normale, ero talmente felice di rientrare che mentalmente volavo”. Ora vuole tornare a volare anche in campo: Mourinho lo aspetta.
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