La Roma è arrivata ad un bivio, importante, pericoloso e dovrà scegliere la sua strada. Spalletti ha parlato tanto, ma è stato travolto nei due derby più importanti, senza possibilità di replica. Nel primo, ha perso una Coppa e lo schock è proseguito con il Lione. Domenica scorsa, ha perso la faccia e rischia il secondo posto. Questi i fatti: sarà bravo, ma è sembrato almeno troppo solo e non perché gli mancassero giornalisti amici. Non c’era un Presidente, una società alle sue spalle: Pallotta ha mostrato tutti i suoi limiti, per aver trascinato malamente la sua polemica con i tifosi. Poi, è sembrato disamorato. Adesso il bivio porta, da un lato, a vincere quattro partite per difendere il secondo posto, cominciando da stasera a Milano. Dopo, verrà la Juve e tutti capiscono che sarà difficilissima. Ma l’alternativa è un sentiero strettissimo, al fianco di un burrone. Non arrivare secondi significa ripartire, con un mercato incerto e una squadra da rifondare, con un presidente assente e un direttore sportivo straniero. Corre un brivido, a pensarci. Guardate la gestione del dopo-Totti: la società insiste fin dai tempi della coppia Baldini-Luis Enrique, ma non ha scelto, preparato nessuno, non ha costruito altri riferimenti.
(Il Messaggero – P. Liguori)
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