Un patron determinato, ambizioso e passionale. Giorgio Squinzi (numero uno di Confindustria dal 2012 al 25 maggio 2016) ha vinto due volte: il suo Sassuolo, acquisito nel 2003, si è affermato come un modello “italiano” di squadra (gli stranieri in rosa sono solo 4) e di riflesso è stata valorizzata l’immagine dell’azienda di famiglia, il Gruppo Mapei. Da ogni risposta traspare il suo orgoglio e la fierezza di chi non ha mai celato gli obiettivi prestigiosi di una società, ora in Europa League, ma per la sua organizzazione già da Champions.
Squinzi, Sassuolo-Roma è diventata una sfida di cartello.
«È sicuramente un match tra due delle squadre che offrono ad oggi il miglior calcio, due formazioni che hanno saputo dare un’impronta marcata al loro gioco, offrendo spettacolo».
Senza quei 3 punti di Pescara tolti dal giudice sportivo, avremmo parlato di una partita da alta classifica…
«I punti che ci mancano restano sei. Mi riferisco anche a quelli contro il Milan (ci furono diverse polemiche per l’arbitraggio ndc). A distanza di tempo bruciano ancora…».
Berardi, assente stasera per infortunio, è sulla via del recupero.
«Ci manca moltissimo, ha enormi qualità. Se può diventare una bandiera del Sassuolo? Speriamo, ci proveremo (l’attaccante resta nelle mire della Juve ndc)».
La graduatoria attuale può regalare ancora delle sorprese? Come anti-Juve vede favorita la Roma?
«Il Milan ha giovani molto interessanti, vedi Locatelli e Donnarumma, ma la squadra giallorossa ha dei calciatori di maggiore esperienza. Il campionato rimane comunque molto aperto, lo scudetto non è così scontato per i bianconeri».
Molti calciatori provenienti dal vivaio giallorosso come Pellegrini, Politano, Antei e Ricci, invece, vestono ora la maglia neroverde.
«Non mi occupo del mercato. Da quello che mi raccontano i rapporti con la Roma ma anche con la Juve sono ottimi. La nostra strategia di puntare sui giovani nostrani si sta dimostrando vincente e corretta. Quelli menzionati sono tutti giocatori di solide prospettive».
Pellegrini in particolare (il club giallorosso ha un gentlemen’s agreement per riprendere il centrocampista a 10 milioni di euro) si sta affermando ad altissimi livelli.
«Sì, confermo. Basta pensare al bellissimo assist dalla metà campo che ha fatto per Matri contro il Bologna. Ha tecnica e personalità. Se non si perderà, sono convinto che diventerà presto uno dei punti di riferimento della Nazionale italiana».
La sfida del Dall’Ara verrà anche ricordata per l’abbraccio a fine gara tra il vostro Di Francesco e suo figlio Federico, duttile ala dei felsinei.
«Vero, è stata una bellissima immagine di affetto e di sport». Ci racconta le qualità che apprezza di più del suo allenatore. «È un grande tecnico, che sa essere eccezionale nel percorso di crescita dei giovani e nello sviluppare la giusta mentalità. La squadra possiede personalità e gioco, che porta avanti con convinzione».
Tornando al “suo” Milan, conferma che non ha mai pensato, in passato, di comprarlo?
«Sì, ribadisco. Le richieste economiche erano irraggiungibili. Andiamo avanti con la nostra strategia e progettualità».
Nonostante il nuovo ingresso dei cinesi a Milano, c’è ancora spazio per gli investitori italiani?
«In Italia c’è sempre posto per gli imprenditori di casa».
(Il Messaggero – E. Trotta)
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