NOTIZIE AS ROMA STADIO MALAGO’ – Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è stato interrogato ieri in Procura nell’ambito della vicenda sullo stadio della Roma che lo vede indagato in quanto tra i presunti destinatari delle utilità erogate o promesse dall’imprenditore Luca Parnasi.
Malagò, che attraverso il suo difensore aveva sollecitato l’atto istruttorio, è stato sentito per circa un’ora dal pubblico ministero Barbara Zuin e avrebbe chiarito ogni circostanza, tra l’altro con il supporto di una memoria.
Il nome di Malagò compare nell’informativa dei carabinieri consegnata in Procura e fa riferimento al colloquio che l’ormai ex amministratore unico dell’Eurnova fece 1’11 marzo del 2018 presso un circolo sportivo con tale Gregorio, identificato come il compagno della figlia del presidente del Coni per trovare con l’imprenditore «una possibile intesa professionale».
Il presidente del Coni, comunque, ha fornito ai magistrati alcuni chiarimenti. Il difensore di Malagò, l’avvocato Carlo Longari, ha depositato una nota tecnica: «Credo in una prossima richiesta di archiviazione della posizione», ha detto il legale.
Intanto i difensori di Luca Parnasi sono in attesa che il giudice per le indagini preliminari si pronunci sulla richiesta di arresti domiciliari per il costruttore arrestato il 13 giugno scorso nell’ambito dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma.
Dopo il secondo interrogatorio davanti al sostituto procuratore Barbara Zuin venerdì scorso, durato circa 4 ore, gli avvocati hanno infatti depositato nei giorni scorsi una nuova istanza al gip Maria Paola Tomaselli per chiedere gli arresti domiciliari.
La prima istanza, infatti, avanzata dopo l’interrogatorio-fiume durato 11 ore e svoltosi in due giorni, era stata respinta dal giudice. Associazione a delinquere, corruzione, traffico di influenze, frodi fiscali e finanziamenti illeciti, i reati contestati, a vario titolo, alle nove persone arrestate nell’ambito dell’inchiesta. Secondo la procura, il gruppo Parnasi avrebbe tentato di «oliare» i vari passaggi dell’approvazione del piano dello stadio di Tor Di Valle mettendo in atto una corruzione che la gip definisce «sistemica».
(Il Tempo)
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