La questione stadio di Tor di Valle tiene sempre in apprensione i proponenti, tra i quali il presidente Pallotta. Ieri l’assessore all’Urbanistica del Comune di Roma, Paolo Berdini, ha affrontato di nuovo l’argomento e riguardo la possibilità di ritirare il pubblico interesse dello stadio della Roma è stato lapidario: «Non ne so proprio nulla. Devo guardare le carte». La partita della Conferenza dei servizi è appena cominciata. Il Comune non vuole dire un altro no (dopo quello per le Olimpiadi) a prescindere, ma la cubatura, in particolare quella delle tre torri, deve diminuire sensibilmente. Questo i proponenti lo sanno e sono disposti ad accettare le indicazioni che arriveranno da Regione e Comune. James Pallotta nei giorni scorsi a Milano ha partecipato ad alcuni incontri con rappresentanti di gruppi asiatici, ma della possibilità di coinvolgere investitori cinesi se ne sta occupando Franco Baldini, che Pallotta ha rivoluto al suo fianco come consulente e che conosce bene quel mercato. L’imprenditore americano è volato in Inghilterra. A Londra ha fissato un appuntamento con tre banche per pianificare alcune mosse a livello societario che permettano di aumentare il prestigio e gli introiti della Roma. Tra i suoi obiettivi c’è la stipula di nuove partnership con alcune imprese capaci di aumentare il fatturato romanista, ancora troppo distante da quello della Juventus e delle altre big d’Europa.
VINCOLO – James Pallotta non è interessato in questo momento a cedere quote della Roma, tanto meno di andare sotto al cinquanta per cento del pacchetto azionario. Ci deve pensare bene anche perché la proprietà del club per almeno trenta anni è uno dei vincoli imposti dal Campidoglio nella delibera sul pubblico interesse votata il 22 dicembre del 2014 dall’assemblea capitolina. Qualora il destino dello stadio della Roma dovesse scindersi dalla società, Pallotta dovrebbe pagare una “penale” di circa 200 milioni, pari al valore equivalente della pubblica utilità. E’ stata una delle condizioni poste dall’allora sindaco Marino, perché il via libera per lo stadio era stato dato in quanto avrebbe portato vantaggio alla società Roma. Questa problematica (l’eventuale cessioni di quote azionarie) si andrebbe ad aggiungere alle altre evidenziate nella Conferenza dei servizi. Sono già state chieste integrazioni di altri documenti su viabilità, trasporti e ambiente.
ESPROPRI – Ma il progetto va avanti, anche se la posa della prima pietra è ancora lontana. Il Comune sta iniziando a lavorare sul terreno scelto sin dall’inizio per il nuovo impianto della squadra giallorossa. Il Dipartimento urbanistica è pronto ad inviare l’avviso di avvio del procedimento “Progetto Tor di Valle-Stadio della Roma” ai proprietari dei beni sui quali si intende apporre il vincolo di esproprio. La comunicazione andrà pubblicata sia sull’Albo pretorio del Comune, sia su uno o più quotidiani nazionali. Le testate verranno scelte seguendo una procedura negoziata, insieme alle società concessionarie di almeno cinque giornali a diffusione nazionale. L’importo di gara stimato è di 13.000 euro. La procedura per gli espropri per la costruzione del nuovo stadio è pronta ad iniziare.
(Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo)
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