AS ROMA NEWS STADIO PIETRALATA – L’attesa per il nuovo stadio della Roma a Pietralata si scontra con le ombre del passato e con le incertezze del presente. Mentre si lavora per dare finalmente una casa ai giallorossi, emergono dettagli sul fallimento del precedente progetto a Tor di Valle, con le motivazioni della sentenza che ha certificato il naufragio di quello che sarebbe dovuto essere il primo stadio di proprietà della Roma.

Secondo quanto riportato da La Repubblica, il presidente della Serie A Ezio Simonelli ha indicato il 2028 come data di apertura dell’impianto. Tuttavia, il progetto definitivo non è ancora pronto, e difficilmente lo sarà prima della primavera. Un ritardo che alimenta dubbi e preoccupazioni tra i tifosi, ancora scottati dalla vicenda Tor di Valle.

Tor di Valle: il sogno infranto e le condanne

Le motivazioni della sentenza che ha sancito la fine del progetto Tor di Valle parlano chiaro: “fini personali” anteposti al “beneficio della collettività”. Quello che doveva essere un punto di svolta per la Roma si è trasformato in un caso giudiziario, con condanne per diversi soggetti coinvolti. Tra questi:

  • Luca Parnasi, costruttore, condannato a 2 anni di carcere;
  • Marcello De Vito, ex presidente dell’assemblea capitolina, 8 anni e 8 mesi;
  • Camillo Mezzacapo, avvocato, 9 anni;
  • Luca Lanzalone, consulente della giunta Raggi, 3 anni.

Una storia che ha lasciato il segno nella memoria dei tifosi e che ha frenato il progetto di modernizzazione del club.

Pietralata: il futuro dello stadio della Roma

Se il passato è stato burrascoso, il futuro è ancora incerto. Il nuovo stadio della Roma firmato dai Friedkin dovrebbe sorgere a Pietralata, ma i tempi non sembrano così definiti come si sperava. Da Trigoria ribadiscono che “non ci sono scadenze”, ma il rischio di un ulteriore rinvio è concreto, con voci che parlano già di uno slittamento a fine aprile per la presentazione del progetto definitivo.

Nel frattempo, il club continua a lavorare per rispettare i paletti burocratici imposti dalla Soprintendenza, con l’obbligo di completare gli scavi archeologici e le analisi del terreno. Un passaggio obbligato prima di poter procedere con il deposito del progetto definitivo e dare il via alla nuova fase dell’iter.

I tifosi della Roma sperano che questa volta la storia abbia un finale diverso. Perché uno stadio di proprietà non è solo un sogno, ma un passo fondamentale per la crescita del club.



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