Cinque professoroni universitari della facoltà di Economia della Sapienza lo scrivono nero su bianco: lo Stadio di Tor di Valle può avere un enorme impatto su Roma e provincia in termini sociali, economici, occupazionali e di infrastrutture. Il club di Pallotta mette in campo l’«artiglieria» pesantissima: dopo i video diffusi sul proprio canale youtube dei diversi professionisti che hanno curato parti del progetto e che online ne decantano i pregi, adesso scende in campo con tutto il suo peso l’Università La Sapienza che smonta, pezzo a pezzo, le obiezioni più populiste al progetto, a partire da quelle di essere ipotizzato in un’ area sbagliata e in un deserto urbanistico. Giuseppe Ciccarone, ordinario di politica economica e preside della Facoltà di Economia; Fabrizio D’Ascenzo, ordinario di tecnologia dei cicli produttivi; Giovanni Di Bartolomeo, ordinario di politica economica; Silvia Fedeli, ordinario di Scienza delle Finanze; Massimiliano Tancioni, associato di politica economica; e Francesco Mellino, research consultant per la principale società inglese di consulenza nella pianificazione urbana, la Nathaniel Lichfield & Partners: tutti insieme hanno presentato ieri, alla presenza dell’Ad romanista Umberto Gandini e del Dg Mauro Baldissoni, e di Luca Parnasi, presidente di Eurnova, lo studio su Tor di Valle che prende in esame l’impatto prettamente economico del progetto e quello sociale. Gli interventi previsti (170 milioni per la viabilità privata e 211 per il trasporto pubblico; messa in sicurezza dei fossi del Vallerano e dell’Acqua Acetosa; creazione di un parco di 62 ettari) porteranno benefici diretti sulla sicurezza per i 10mila abitanti di Decima e del Torrino che oggi vivono in zone classificate ad alto rischio e che scenderebbero ali vello più basso.
In secondo luogo, si ridurrebbe anche il problema danni da esondazioni dei due fossi e da fenomeni franosi per i circa 500mila metri quadri di immobili della zona, un problema quantificato incirca 50 milioni di euro. Inoltre, si decongestionerebbe la mobilità del quadrante grazie agli investimenti sulle strade e per il trasporto pubblico. I 62 ettari di verde, dove so no previste 10mila nuove alberature, che compenserebbero l’abbattimento di 30 alberi necessario per la realizzazione dello svincolo a Parco de’ Medici, costituirà un vero e proprio nuovo polmone verde e, grazie al sistema di videosorveglianza in grado di identificare anche i volti delle persone, potrà anche ridurre il rischio di incendi dolosi. Infine, il lato economico: lo studio certifica che con Tor di Valle si genererà un significativo incremento del Pil pari a 5,7 miliardi di euro dopo 3 anni (2020) fino a 18,5 miliardi dopo 9 anni (2026) rispetto a quello che si avrebbe se lo Stadio non si facesse. Alla crescita economica si accompagna anche la riduzione del tasso di disoccupazione per lo 0,8%, con 5.500 nuovi posti di lavoro più i 15-20mila lavoratori nel Business Park. Anche per il cassiere del Comune lo Stadio rappresenterebbe una festa con un incremento annuale medio delle entrate fiscali per il Campidoglio: 30 milioni di euro entro fine 2025 di gettito cumulato cui vanno aggiunti gli introiti diretti. L’ impatto economico sulla città sarebbe pari a circa due volte e mezzo quello prodotto da EXPO 2015 su Milano e superiore del 68% di quello generato dal Giubileo della Misericordia. L’ impatto sulla Regione Lazio sarebbe pari a una volta e mezzo quello prodotto da EXPO per Regione Lombardia. Insomma un grande affare. Per tutti.
(Il Tempo – F. Magliaro)
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