Girano cifre di ogni tipo. Ma fra queste, almeno a sentire i ragionamenti che si fanno dalle parti dell’As Roma e del gruppo Parnasi, una potrebbe avere maggiore aderenza alla realtà. Una cosa è certa: già di diversi giorni società calcistica e costruttore stanno utilizzando la leva “giudiziaria” per cercare di convincere il Campidoglio a confermare lo stadio della Roma a Tor di Valle. Leva “giudiziaria” significa che i cosiddetti “proponenti” del progetto agitano lo spettro di una maxicausa legale che non può non spaventare un comune, come quello oggi guidato da Virginia Raggi, appesantito da un vero e proprio bilancio “groviera”. E qui entra in gioco una cifra che ormai supera i 2 miliardi di euro. Questo, infatti, è il valore che verosimilmente potrebbe raggiungere l’iniziativa legale a cui stanno mettendo mano la Eurnova, la società di Parnasi proprietaria delle aree a Tor di Valle, e la Stadio Tdv Spa, la società del patron dell’As Roma, James Pallotta, che sarà proprietaria dell’infrastruttura.

IL QUADRO A fare un po’ di conti, per ora dietro le quinte, è lo studio legale Tonucci, che da tempo segue le questioni della società calcistica (dallo stesso studio, peraltro proviene il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni). Ma come si arriva a questa cifra? Una prima parte fa perno su una stima effettuata qualche mese fa dall’Avvocatura del Campidoglio. Partendo dalla considerazione delle spese già sostenute dai soggetti proponenti, che a quanto pare si aggirerebbero intorno ai 60 milioni di euro, e considerando tutta un’altra serie di variabili, i legali del Comune hanno calcolato che in caso di sconfitta in giudizio il salasso per il Campidoglio sarebbe di 400 euro a cittadino. Ora, visto che i romani sono 2 milioni e 800 mila, sviluppando le cifre dell’Avvocatura si arriva a 1,1 miliardi di euro. Ma non finisce qui. Tra i documenti maneggiati in queste ore dai legali di Eurnova e As Roma c’è anche uno studio dell’Università La Sapienza che ha previsto dall’esecuzione del progetto immobiliare di Tor di Valle entrate fiscale a beneficio del Comune per 142 milioni di euro all’anno. Il tutto, moltiplicato per i 6 anni di durata dei lavori, fornisce una cifra di 852 milioni.

IL CONTO Già sommando queste due cifre, quindi, ci si avvicina molto ai 2 miliardi di euro. Ma i legali dei soggetti proponenti, a quanto pare, vogliono contemplare anche il valore delle opere pubbliche che i privati dovrebbero sostenere per tutti i vari adeguamenti: potenziamento della Roma-Lido, allargamento della via del Mare, messa in sicurezza del fosso di Vallerano, realizzazione dello svincolo della Roma-Fiumicino. E sarebbero altri 200 milioni. A quel punto la soglia di 2 miliardi sarebbe anche superata. Certo, tutto dipenderà dalle decisioni della giunta Raggi. Sulla cui declinazione, però, potrebbe influire l’ombra di una causa che, seppur un po’ “gonfiata” dai proponenti, non può non essere considerata.

(La Notizia – S. Sansonetti)



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