«In una città fallita volete spendere milioni per questo? ». Paolo Berdini, l’urbanista radicale, scandisce la frase dietro il grande tavolo azzurro cosparso di microfoni di Radio Radicale. Nella trasmissione “Fatto in Italia”, di Nicolas Ballario e Oliviero Toscani, in onda domani alle 15 e contemporaneamente, in video, su “repubblica.it”.
È il primo faccia a faccia tra l’ex assessore all’Urbanistica della giunta Marino, Giovanni Caudo, che ha seguito il piano fino al “sì” del Consiglio comunale sulla “pubblica utilità”, e il nuovo assessore in pectore della squadra di Virginia Raggi. Ma non solo. Ecco Fernando Magliaro, giornalista del “Tempo”, ed Emanuele Montini, coordinatore nazionale di Italia Nostra. E poi, collegati da fuori studio, l’archistar Massimiliano Fuksas e Massimiliano Tonelli di “Roma fa schifo”.Così proprio a un mese dalla consegna in Campidoglio di decine di casse con tutti gli elaborati, migliaia di fogli, piante e rendering, perfezionati secondo le indicazioni del Comune, sembra di assistere al de profundis per lo stadio di Pallotta.
«Le infrastrutture le paga il pubblico con gli oneri concessori » attacca Berdini. «Sono contrario: abbiamo due stadi meravigliosi, Olimpico e Flaminio, quest’ultimo ora quasi pericolante. Solo in questa povera disgraziata città arriva un privato e dice: «Voglio costruire uno stadio. Quella zona è deserta, bisogna fare infrastrutture? Cari signori me le pagate in cubatura». In quale parte dell’Europa civile si permette di alzare un milione di metri cubi perché altrimenti lo stadio non funziona? Che gli importa al Comune? Stiamo a 13,5 miliardi di deficit per l’urbanistica non sensata, poi due miliardi accumulati in tre anni di Marino per portare servizi nella città esplosa, 3,5 miliardi di fondi derivati ai tempi del sindaco Veltroni di cui non si sa nulla. Roma sta fallendo e noi parliamo del videogioco stadio, una follia urbanistica scellerata. La vogliamo finire? Chiudiamo il rubinetto della mala urbanistica».
Poi in ultimo smussa: «Questa città deve avere coraggio civile di ridiventare capitale d’Italia. Non sono contrario alla costruzione di uno stadio, ma alla scelta di Tor di Valle. Bisogna trovare alternative». Caudo aveva parlato prima: «Non si possono omettere dati: questa operazione è tutto il contrario della mala urbanistica, come Ponte di Nona e Porta di Roma, con più utenti del Colosseo, che ha pagato solo 89 milioni di oneri. Come si può dire mala urbanistica a fronte di 600 mila metri cubi e 115 milioni di opere a scomputo pagate dai privati? È un’area che il prg destina a strutture sportive, non è esondabile, non è mala urbanistica».
Contrario Montini di Italia Nostra: «Ogni variante per noi è una sconfitta. Si parla di un regalo per la città? Ma lo stadio è solo 14% del costruito. Ci sono periferie che hanno più bisogno di servizi ». Polemico Toscani: «C’è una legge? Anche fumare è permesso. Anche il gioco d’azzardo. C’è bisogno di uno stadio? Roma è una città che merita rispetto, la città eterna. Stiamo facendo uno stadio che scimmiotta il Colosseo, io penso sia una carnevalata». Lapidario Fuksas: «Lo stadio è solo un affare tra il costruttore Parnasi, che ha 800 milioni di debiti, un certo Pallotta, che non si sa dove l’hanno pescato, e Unicredit. Bisogna bloccare questa speculazione immobiliare».
(La Repubblica – P. Boccacci)
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