In assenza di sorprese dell’ultima ora, il prossimo martedì 6 settembre verrà convocata la Conferenza di Servizi regionale per esaminare il progetto dello Stadio della Roma di Tor di Valle. L’impasse degli ultimi due giorni, quindi, si è sbloccato. La conferma è arrivata nel pomeriggio di ieri, con una nota della Regione, in cui si sintetizza una lettera formale inviata in Comune con la quale si ribadisce «l’assenza dell’esplicitazione da parte di Roma Capitale della conferma dell’interesse pubblico per il progetto per il nuovo stadio della AS Roma», aggiungendo: «poiché il Comune, pur segnalando carenze nei documenti e negli elaborati, ha richiesto l’avvio della Conferenza di servizi, la Regione Lazio invita l’Amministrazione capitolina ad esplicitare, entro il 6 settembre, un’eventuale mancanza d’interesse pubblico».
In sostanza, il Campidoglio ha tempo fino a martedì per dire se il progetto non rispetta i dettami della delibera di pubblico interesse del dicembre 2014. La nota della Regione, infatti, si conclude con l’affermazione che «In assenza di una formale espressione di contrarietà, si procederà quindi alla convocazione della Conferenza di Servizi per esaminare con tutti i soggetti competenti, in modo pubblico e trasparente, la documentazione pervenuta». Una geniale mossa del cavallo, da parte della Giunta Zingaretti: sfruttando il concetto di silenzio assenso, la Regione in questo modo esce dall’angolo nel quale la prima dichiarazione («senza la conformità non convochiamo la Conferenza») l’aveva infilata e rigetta, di fatto, la palla nel campo del Comune.
Con questa missiva, la Regione si mette al riparo da eventuali giochini politici e, pur se in maniera non esplicita come inizialmente richiesto, obbliga il Comune a metterci la faccia. Ora, quindi, dal Campidoglio o parte una lettera formale che blocchi la convocazione della Conferenza con la motivazione che il progetto non rispecchia il pubblico interesse o, cosa più probabile, si conteranno tre giorni di silenzio e dal 6 settembre ci si sederà intorno al tavolo per esaminare, entro 6 mesi, nel dettaglio il progetto.
Evidentemente, secondo quanto trapela dagli uffici comunali e da quelli regionali, il colloquio di mercoledì scorso fra il vicesindaco, Daniele Frongia, e il vicepresidente della Regione, Massimiliano Smeriglio, è servito a trovare una via d’uscita onorevole per entrambi gli enti. Anzi, secondo indiscrezioni, il vicesindaco si sarebbe mostrato molto ben disposto nei confronti del progetto giallorosso. Da martedì, quindi, inizia il conto alla rovescia: 180 giorni per decidere se la Roma potrà avere una casa di proprietà e coronare un sogno lungo praticamente 20 anni.
(Il Tempo – F. M. Magliaro)
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