La partita decisiva inizia il 3 novembre, data di avvio della conferenza dei servizi (anche se i 180 giorni sono scattati il 6 settembre). Ma nel frattempo le parti in causa si preparano al confronto su cubature e infrastrutture in un percorso che non sarà privo di sorprese e colpi di scena. L’iter autorizzativo per la realizzazione del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle entra nella fase decisiva con molte incognite da risolvere. L’obiettivo dichiarato del Movimento 5 Stelle è quello ridurre le cubature dell’area, considerate eccessive. Ma il taglio di edifici (su tutte una o due torri di Libeskind sulle tre previste a compensazione dal progetto) potrebbe ripercuotersi anche sulle infrastrutture necessarie per raggiungere l’impianto e per gli spostamenti nel quadrante della via del Mare.
Sembra ormai certo che il prolungamento della metropolitana B da Magliana non si farà, mentre si punterà sull’adeguamento della ferrovia Roma-Lido, una delle linee più “disastrate” della Capitale con continui disservizi sull’esercizio. «Il prolungamento della metro B – ha detto il vicesindaco, Daniele Frongia – per il Comune non 6 fattibile». La scorsa settimana il Campidoglio ha presentato un documento unico tecnico alla As Roma che sarà discusso in conferenza dei servizi: il testo racchiude tutte le criticità sul nuovo stadio. Sulla pubblica utilità dell’opera. Frongia non si è sbilanciato: «Noi – ha detto – abbiamo trovato gli uffici che stavano completando l’istruttoria e che hanno terminato entro fine agosto. Successivamente hanno trasmesso il progetto alla Regione: adesso è iniziata la conferenza dei servizi a cui partecipa il Comune. Per ora è stato un lavoro prettamente tecnico, la politica con le sue decisioni eventualmente interverrà dopo. Noi come metodo per qualsiasi problema abbiamo questo: analizziamo prima le carte, nei dettagli anche tecnici, sulla base delle carte poi esprimiamo un’opinione e una scelta politica».
Con meno metri cubi (che porterebbe un risparmio sul costo complessivo dell’opera da parte del presidnete della Roma Pallotta e dei suoi soci) potrebbe essere a rischio anche il ponte sul Tevere per collegare lo stadio con l’autostrada Roma-Fiumicino. Lo scenario che si prospetta, quindi, a partire dal 3 novembre, è che le parti lavorino per arrivare a un accordo che possa accontentare tutti: meno cubature, spesa totale più bassa e un impianto moderno per le partite della Roma. I dubbi sulla mobilità intorno all’area al momento però rimangano intatti.
(Il Sole 24 Ore – A. Lerbini)
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