Rassegna stampa
Stadio della Roma, si riparte: ecco la Convenzione
NOTIZIE STADIO AS ROMA – Impegni economici quasi doppi per i proponenti, divieto di edilizia residenziale, rifacimento di una parte delle tribune dell’ippodromo progettate dall’architetto Lafuente e il rispetto del principio della contestualità, salvo ulteriore verifica ad un anno dall’apertura dello stadio di Tor di Valle. Ecco i principi cardine della Convenzione Urbanistica che il Campidoglio ha spedito nei giorni scorsi alla Roma e che ieri sera è stata pubblicata da Il Tempo. In tutto 31 articoli su 59 pagine. Lì c’è il futuro del nuovo stadio della Roma.
Nella Convenzione è presente la clausola per la futura cessione dei terreni da Eurnova alla Tdv Real Estate, la società creata ad hoc dalla Roma per lo stadio. In più è sottolineato il divieto di trasformare gli uffici o i negozi in case (rinuncia all’applicabilità del Piano Casa regionale ed a future istanze anche in caso di modifica della normativa). Confermato il vincolo (per sempre come impianto sportivo) di 30 anni con la Roma.
In caso di mancato rispetto la pena è la decadenza dei benefici connessi alla realizzazione degli impianti e una multa commisurata al valore della trasformazione immobiliare in rapporto al tempo residuo sul vincolo. Tra l’altro, la Roma dovrà anche garantire delle polizze fideiussorie per il costo delle opere a suo carico, polizze che saranno cancellate per il 75% del valore al collaudo preliminare e a saldo in quello definitivo. Le concessioni decadono per inadempimento (e il Comune può chiedere un risarcimento danni) in caso di mancata realizzazione delle opere concordate, difformità delle stesse o trasformazione degli uffici in case.
All’interno della Convenzione ci sono gli impegni economici della Roma, aumentati dai 45 milioni iniziali (ancora destinati all’acquisto di treni) a circa 80. Aumenti che erano già stati presi in considerazione dai proponenti dalle delibere della Conferenza dei servizi. Le opere pubbliche sono oltre 90 milioni: 46 per l’unificazione per 900 metri della via del Mare e dell’Ostiense, 9,8 per il ponte ciclopedonale che da Magliana supera l’autostrada di Fiumicino, 12,3 per la messa in sicurezza del Fosso di Vallerano, 9,6 per il parco fluviale e 7 per la stazione di Tor di Valle.
Quelle di urbanizzazione più di 80, tra cui 40,9 per i parcheggi, 7,2 per il verde pubblico, 7,1 per sanare gli odori del vicino depuratore e 7 per l’idrovore e le fognature. Confermato l’obbligo della contestualità: lo stadio della Roma potrà aprire solo a conclusione delle opere pubbliche, ma se ad un anno dal via ci fosse un «disallineamento» per cause non imputabili alla Roma saranno studiate le soluzioni (corsie preferenziali e bus a carico del club nei giorni delle gare).
La Roma sta valutando ogni dettaglio. Il testo del Campidoglio, atteso 8 mesi, è considerato un discreto punto di partenza. Ci sono dei passaggi ancora da definire, ma l’auspicio è arrivare in tempi brevi ad un testo condiviso, che ottenga l’approvazione del Consiglio Comunale. Poi il passaggio in Regione per l’ok definitivo e l’inizio delle gare europee per i bandi. Considerando i tempi tecnici, nella migliore delle ipotesi la Roma potrà posare la prima pietra nell’estate 2020.
(Gazzetta dello Sport)
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