Virginia Raggi, sindaco di Roma, è in partenza per un viaggio lampo negli Stati Uniti. E non è previsto che si veda con il presidente giallorosso, James Pallotta, che giovedì dovrebbe arrivare a Roma via Londra in una sorta di sliding doors. Almeno allo stato attuale, non pare prevedibile che in questa settimana siano possibili novità né dal punto di vista dei progettisti che stanno sì lavorando alacremente alla nuova bozza frutto dell’accordo del 24 febbraio sullo Stadio di Tor di Valle ma non sarebbero ancora pronti, né fronte Campidoglio che, a quanto pare, ancora è in altissimo mare nella stesura della nuova delibera. Il Comune che vorrebbe inspiegabilmente aspettare il progetto in bozza e su questo disegnare l’architettura della delibera mentre i progettisti che, da quanto trapela, aspettano più correttamente la nuova delibera (che avrà i nuovi paletti sul pubblico interesse) per finire il progetto. Insomma è da vedere se si avrà prima l’uovo o la gallina. Intanto, ecco l’analisi delle ultime carte del parere unico dello Stato reso in Conferenza di Servizi regionale sul progetto originario dello Stadio di Tor di Valle, un parere favorevole con (molte) prescrizioni che ha visto, fra tutti i Ministeri coinvolti, solamente la Soprintendenza dire un «no» secco.
NIENTE BARRIERE Il problema delle barriere in curva che sta svuotando l’Olimpico, sarà superato nel nuovo Stadio di Tor di Valle. Anche nella futura versione 5Stelle che prevede una riduzione dei posti disponibili da 60mila a 55mila. È quanto afferma la Questura di Roma nel parere indirizzato al rappresentante unico dello Stato in Conferenza di Servizi decisoria.
I SETTORI «I settori Curva Sud, Curva Nord, Tribuna Est e Tribuna Ovest sono progettati con una capienza superiore a 10mila posti», scrive l’ex Questore di Roma, oggi prefetto di Viterbo, Nicolò D’Angelo, che aggiunge: «È stata invocata la deroga» al Decreto ministeriale che regola le norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi. «Da quanto si evince dal progetto analizzato il limite numerico indicato dalla norma» si può superare visto che nel nuovo Stadio «ogni settore presenta una separazione architettonica in sotto-settori» cosa che consente «una disgregazione numerica dei gruppi tale da agevolare la gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica».
AFFLUSSO IN SICUREZZA La Questura analizza il progetto guardandolo dal punto di vista della sicurezza e, sotto questo profilo, l’afflusso dei tifosi allo Stadio non presenta problemi a condizione che sia «pianificato un servizio dì steward», vi siano «positive relazioni con i tifosi» anche con «promozione di campagne di legalità e fidelizzazione» dei supporter e, infine, vengano definiti i piani di evacuazione. In generale, però, la Questura ritiene che, per il momento dell’accesso allo Stadio, la progettazione fra pre-filtraggi, filtraggi e fornelli, si possa considerare adeguata.
USCITA DA RIVEDERE Più problemi, in questo caso secondo i Vigili del Fuoco, saranno possibili al momento dell’uscita. Si legge, fra gli aspetti da rivedere nella progettazione esecutiva, che alcune soluzioni progettuali adottate nel primo anello, in Tribuna Ovest e in Curva Nord non consentano di avere adeguati tempi di uscita. Per l’esattezza, nel primo anello, in corrispondenza di quasi tutte le uscite (chiamate «vomitori» come in latino) la larghezza di molte di esse (solo 3 metri e 10 invece che 3 e 60) e la presenza di alcuni gradini rendano troppo difficoltosa l’uscita degli spettatori. Infatti, aggiungono i Vigili del Fuoco, i tempi indi catinella «Guida UEFA agli Stadi di Qualità» indicano in 8 minuti il tempo di uscita dallo Stadio «fino a raggiungere aree esterne sicure». Mentre, almeno per la Curva Nord e la Tribuna Ovest, i tempi stimati variano da scenari da 15 fino addirittura a 23 minuti, il tutto a causa «della geometria dei vomitori e dalla progettazione degli ambienti retrostanti gli spalti». Tutte prescrizioni che, se condo quanto scrivono in conclusione i Vigili del Fuoco, dovranno essere inserite nel progetto esecutivo.
L’OK DEL PREFETTO La Prefettura di Roma ha, con la Commissione provinciale sui locali di pubblico spettacolo, un po’ l’ultima parola sull’apertura di un impianto. Nel caso dell’Outlet di Valmontone, l’allora prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, fermò per tre mesi l’inaugurazione perché ancora non erano pronti gli svincoli autostradali al casello sulla Roma-Napoli. La Relazione della Commissione, quindi, ha un enorme valore pur «non essendo organo competente ad esprimere pareri su progetti che coinvolgono amministrazioni di tutela ambiente, beni culturali e salute». Dopo aver acquisito l’ok con prescrizioni dei Vigili del Fuoco e del Questore, quello favorevole della Commissione ingegneri elettrici che ha simulato alcune emergenze (incendi e malfunzionamenti) e il via libera con prescrizioni sulla ventilazione delle aree interne dei fabbricati emessa dalla Asl Roma 2, la Prefettura esprime «parere favorevole con prescrizioni» indicandole proprio in quelle espresse da Vigili del Fuoco, Questura e Asl.
CONI: GIUDIZIO SOSPESO La Commissione Impianti Sportivi del Coni è riferita solo «agli aspetti di funzionalità sportiva» del progetto tenendo conto, in merito, sia delle norme nazionali che di quelle europee. Il Coni evidenzia alcune criticità nel progetto in merito alle aree di parcheggio e, aggiunge, oltre i restringimenti già evidenziati dai Vigili del Fuoco in uscita, trova un problema di tortuosità anche nei percorsi degli spettatori dai tornelli delle tribune ovest. In alcuni settori vanno progettati meglio i servizi igienici femminili e dovrebbero essere «previste delle postazioni spettatori per diversamente abili nell’intera Curva Sud» (che effettivamente non ne contempla) anche «per il prestigio del futuro stadio». Il problema diversamente abili si riscontra anche negli spogliatoi degli atleti ospiti e degli arbitri.
(Il Tempo – F. Magliaro)
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