Stadio della Roma

NOTIZIE AS ROMA STADIO PARNASI – Nella bufera giudiziaria scoppiata sul progetto per il nuovo stadio della Roma continuano a spuntare nomi eccellenti. Persone che secondo gli inquirenti romani avrebbero «beneficiato» dei favori del costruttore romano Parnasi chiuso in carcere a Milano dove proclama la sua innocenza. Non solo politici, ma anche vertici dello sport italiano. Nelle informative dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma c’è un capitolo dedicato al presunto comportamento illecito dell’imprenditore.

FAVORI «Promesse/dazioni di utilità in favore di…» e nel lungo elenco appare anche il presidente del Coni Giovanni Malagò (non indagato). In base a quanto ricostruito dagli inquirenti, il numero dello sport italiano ha avuto numerosi rapporti con Parnasi, tanto da interessarsi, secondo i carabinieri, ai progetti per la costruzione dello stadio della Roma e del Milan. Nelle carte spunta anche un colloquio di lavoro del genero di Malagò: «Lo scopo dell’incontro (al circolo canottieri Aniene) era creare occasione professionale» «Nell’ambito dei rapporti esistenti con Malagò, Luca Parnasi ha intrattenuto l’11 marzo del 2018 un colloquio di lavoro presso un circolo sportivo con tale Gregorio, compagno della figlia del presidente del Coni per trovare con l’imprenditore una possibile intesa professionale», si legge in una informativa dei carabinieri. «Dalle conversazioni di maggior rilievo emerge chiaramente una stretta relazione tra Malagò e Parnasi, i quali interloquiscono tra loro anche di questioni inerenti la progettualità relativa allo Stadio della Roma e allo Stadio del Milan», continuano gli investigatori. In un dialogo intercettato tra Parnasi e il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni, quest’ultimo comunque «dubita che l’intervento di Malagò possa giovare ulteriormente».

«STO SOSTENENDO TUITI l POLITICI» «Purtroppo non posso scomparire dalla mattina alla sera così… no? Se c’avessimo tutto approvato…nessuno più a rompere i co****ni potrei pure…capito, fare… il… no? Il fuggiasco…». «Dalle parole di Parnasi – scrivono i carabinieri di via In Selci – risulta evidente la strategia che lui e il suo gruppo intendono perseguire, che consiste nel finanziare vari esponenti politici in vista dei nuovi assetti all’indomani delle consultazioni elettorali, per ottenere poi dagli stessi delle facilitazioni relative agli ultimi adempimenti di natura amministrativa riferibili alle procedure di approvazione dei progetti in corso, tra cui la realizzazione del nuovo stadio della Roma». «Volete che faccia qualche altro passaggio politico? chiede Parnasi ai suoi collaboratori Visto che sto sostenendo tutti quanti… poi vediamo Marcello De Vito…vediamo Ferrara…serve che faccio qualcosa? Avviso Lanzalone». L’imprenditore, in un dialogo intercettato, chiede alla sua segretaria di segnare alcuni nomi, con numeri accanto: Ferro 5 (5 mila euro), Minnucci 5, Agostini 15 (15 mila euro), Mancini 5, Polverini 10 (10 mila euro), Francesco Giro 5, Ciocchetti 10, Buonasorte 5. Poi aggiunge: «Perché pure ai 5 Stelle gliel‘ho dovuti dare eh». «Allo stato non è chiaro se Parnasi stia parlando di finanziamenti leciti o meno, anche se in alcuni casi si legge nell’informativa finale il riferimento a fatture emesse a giustificazione dell‘erogazione lascia presumere la natura illecita della stessa».

«FAMMI CONOSCERE DI MAIO» Tra i partiti foraggiati dal costruttore romano c’è anche la Lega. Nel dicembre 2015, infatti, una delle sue società pagò con due erogazioni liberali da 125.000 euro l’associazione «Più Voci». «Questa associazione era…ovviamente tu lo devi sapere esimio avvocato spiega Parnasi legata alla Lega! Io con Matteo sono amico fraterno, si fa campagna con me, siamo fuori, siamo proprio amici!». Tant’è che quando lo scorso marzo esce l’articolo sull’Espresso, l’imprenditore manda subito a Milano un suo collaboratore per salvare il salvabile. Quest’ultimo, di ritorno a Roma, critica con un altro interlocutore il comportamento di Parnasi: «Cioè tu (inteso Parnasi, ndr) per lecca’ il culo a Salvini, ti prendi tutta la merda per prossimi dieci anni. Mi ha risposto: eh, ma io come gli dico a Matteo?». Il costruttore, proprio in virtù di questa amicizia con il segretario della Lega, offre a Lanzalone la possibilità di organizzare un incontro riservato a casa sua con il parlamentare leghista Giancarlo Giorgetti, incontro che avverrà la sera del 12 marzo scorso. Parnasi, però, gli raccomanda prudenza: «Dobbiamo essere super parati perché se ci vedono, siamo fatti eh…». In cambio Parnasi chiede a Lanzalone di presentargli Luigi Di Maio, capo del M5S.

(Il Tempo – V. Di Corrado/A. Parboni)



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