Stadio della Roma, su Tor di Valle rimangono molti dubbi

ULTIME NOTIZIE STADIO DELLA ROMA – Il 30 dicembre 2012, quando il presidente Pallotta e l’imprenditore Parnasi firmarono l’accordo in Florida, nessuno poteva immaginare che 8 anni più tardi non ci fossero certezze neppure sulla sede del nuovo stadio, riferisce la Gazzetta dello Sport.

La Roma attende da troppo tempo, senza contare che un impianto di proprietà regalerebbe quella solidità economica che tutti i club cercano. Dal prossimo anno il dossier passerà nelle mani di Stefano Scalera, attuale vice capo gabinetto del Ministero dell’Economia e Finanza.

Inutile dire che in «pole position» resti sempre l’area di Tor di Valle, visto che la sindaca Raggi pochi giorni fa ha assicurato il via libera al progetto entro dicembre. In realtà, alla luce dei «malpancisti» all’interno della maggioranza, le certezze stanno evaporando. Tra l’altro, poiché che nel 2021 ci saranno le elezioni in Campidoglio, i rapporti fra Comune e Regione sono tornati ad essere tesi e hanno trovato un terreno di scontro proprio sul fronte del nuovo stadio della Roma.

Così, detto che la Convenzione Urbanistica è stata virtualmente ultimata, se in linea teorica dovremmo essere vicini all’ultimo miglio, nella pratica ci potrebbero essere ulteriori ritardi. Per questo non è un mistero che la famiglia Friedkin sia stata avvicinata da imprenditori e politici che sono tornati a sponsorizzare le aree di Fiumicino, di Tor Vergata e persino del Flaminio.

Certo, una virata comporterebbe rimettere l’orologio indietro di almeno 3-4 anni ed è per questo che Tor di Valle resta in vantaggio, anche se – nonostante l’arrivo di Vitek – la questione della proprietà dei terreni resti formalmente «sub judice» e su alcuni aspetti sia da rimodulare. Morale: toccherà
a Scalera sciogliere i nodi.