Rassegna stampa
Stadio di Tor di Valle: speranze e ombre sul miliardario ceco
NOTIZIE STADIO AS ROMA VITEK – A bloccare un affare che sembra ormai fatto è stato il coronavirus. Il miliardario ceco Radovan Vitek, pronto ad acquistare tutte le società del gruppo Parnasi proprietarie anche dei terreni sui quali dovrebbe sorgere il nuovo stadio di Tor di Valle, ha preferito rimandare il suo viaggio e ha fissato un nuovo appuntamento per la fine del mese.
Ma l’accordo è ormai raggiunto: il tycoon acquisterà tutte le società del gruppo Parnasi, peraltro gravate da un debito da 500 milioni di euro con Unicredit.Un’operazione voluta dall’istituto di credito, ovviamente, per il quale questo credito rappresenta una grave sofferenza, e caldeggiata dal Campidoglio: il progetto è ormai bloccato da molto tempo, più o meno dal momento dell’arresto per corruzione dell’imprenditore Luca Parnasi, avvenuto a giugno 2018.
Le vicende penali, infatti, hanno avuto risvolti su tutto il progetto. Eppure anche sul nuovo acquirente si addensa qualche nube giudiziaria. Vitek, self made man del settore immobiliare, con un passato da barista proprio a Roma, è al centro di una serie di vicende legali internazionali.
A New York, il miliardario ceco è stato querelato da alcuni suoi ex soci che lo accusano, insieme ad altri, di una frode da 1 miliardo di dollari perpetrata tra il 2012 e 2016. Secondo l’accusa del fondo di investimento Kingston Capital Management e di un suo ex socio ceco, l’immobiliarista, che secondo Forbes ha un patrimonio da 3,5 miliardi di dollari, avrebbe preso il controllo della società immobiliare Orco in maniera illecita.
Avrebbe finanziato una serie di teste di legno per comprare azioni per poi depauperare l’azienda vendendo i beni che controllava a prezzi inferiori a quelli di mercato. E, a quel punto, l’avrebbe acquistata con la sua Cpi Property, società che possiede immobili per più di 8 miliardi di dollari sparsi in tutto il mondo e che controlla una fetta enorme degli uffici di Berlino.
Per questo, i suoi ex partner si sono rivolti all’autorità giudiziaria e, in base alla normativa americana, lo accusano di averli truffati per circa un miliardo di dollari. La denuncia fa riferimento a un modus operandi sempre uguale del tycoon e riporta una serie di episodi, tutti molti simili. Vitek e i suoi legali negano qualsiasi addebito, ma le indagini sono in corso.
Quella statunitense non è l’unica grana. Nel 2017, l’autorità finanziaria lussemburghese ha bacchettato Vitek per la vicenda di Orco che è una società di diritto lussemburghese. Anche in questo caso, Vitek avrebbe assunto illegalmente il controllo dell’azienda, con la complicità tra gli altri dell’immobiliarista Jean-Francois Ott, della banca ceca J&T e di Rothschild&Co., utilizzando teste di legno.
Per di più, stando alla ricostruzione della Cssf ( Commission de Surveillance du Secteur Financier) Vitek avrebbe avviato una campagna di disinformazione sulla salute finanziaria dei fondi gestiti da Orco «facendo di tutto per ridicolizzare la società», scrive l’ente lussemburghese, ottenendo il risultato di abbassarne il valore. E alla fine, Orco è stata comprata, guarda a caso, da Cpi. Secondo la Cssf, scrive lo studio legale americano Boies Schiller Flexner, l’acquisizione era fuori norma perché violava la legge europea sulle offerte pubbliche di acquisto, quella sulla trasparenza e quella sugli abusi di mercato.
(La Repubblica)
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