James Pallotta manca a Roma da metà settembre. Per rivederlo ci vuole pazienza, un mese ancora. Inizio marzo è la data giusta, perché poco è rimandabile e tanto va deciso. Il primo marzo si giocherà il derby d’andata di Coppa Italia, ma il circoletto rosso del presidente è sul numero 3, il giorno della chiusura della Conferenza dei servizi che chiarirà definitivamente gli scenari sullo stadio a Tor di Valle. Dentro o fuori, senza via di mezzo. Che il destino di Pallotta alla guida del club sia legato alla costruzione del nuovo stadio fa parte della vulgata del Grande Raccordo Anulare, ma è discorso prematuro. Una certezza, però, c’è già: il passo che un domani garantirebbe di avvicinare la Roma al fatturato della Juventus (oggi 218 milioni contro i 341 bianconeri), di fatto resterebbe un miraggio senza Tor di Valle.

A marzo Pallotta deve risolvere anche le questioni contrattuali di Spalletti, Totti e De Rossi. Sono molti i segnali che fanno pensare a un rinnovo dell’allenatore, ma il terreno non è del tutto pianeggiante. L’appuntamento che dirigenza e Spalletti si sono dati per sciogliere il nodo coincide più o meno con la tempistica dello sbarco a Roma di Pallotta: naturale che il tecnico voglia garanzie sulle prospettive di crescita del club.

Più semplice sarà stabilire i rinnovi di De Rossi e Totti. Meno dubbi sul primo, che però vede scorrere i giorni in cui potrebbe firmare con un altro club. Giocatore e società hanno già ragionato su un nuovo accordo biennale: l’ora si avvicina. Capitolo Totti: oggi il capitano è molto più indeciso sul futuro rispetto a 12 mesi fa. Chissà, magari nel frattempo qualcosa si sarà mosso sul fronte sponsor: a Trigoria raccontano di uno stato di calma solo apparente.

(Gazzetta dello Sport)



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