Appena cominciata la maratona d’Aula sul progetto bis di Tor di Valle, nei banchi del M5S si contano due assenze. Gemma Guerrini e Monica Montella. Le due consigliere che il 24 febbraio scorso, in un’infuocata riunione di maggioranza, non votarono l’accordo sul nuovo progetto di Tor di Valle, ieri non si sono fatte vedere in Aula Giulio Cesare. Alla buvette di Palzzo Senatorio non si parla d’altro: «Seguiranno la Grancio?», cioè la dissidente sospesa dal Movimento. Lei, vicepresidente vicario della commissione Urbanistica, ieri era al suo posto, vicino ai colleghi pentastelalti. Vicinanza più geografica che politica, ormai, considerato che il capogruppo pentastellato, Paolo Ferrara, starebbe già preparando la lettera per espellerla dal gruppo. Dovrebbe essere inviata all’ufficio di presidenza dell’Assemblea capitolina già in settimana. Va registrato che, nella pattuglia grillina in Campidoglio, più d’uno difende la consigliera sospesa. Maria Teresa Zotta, presidente della Commissione Scuola, lo dice a microfoni aperti: «Mi auguro che Cristina, persona di grande competenza, possa rientrare». E ancora: «Credo che in una comunità di 28 persone le idee possono essere diverse. Non siamo automi pilotati da Di Maio e Di Battista». Il capogruppo Ferrara è più duro con la dissidente: «È giusto valutare chi non rispetta le regole del Movimento». Lo stesso dice Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea capitolina.
TEMPI TAGLIATI – Dopo la discussione di ieri, che si è protratta fino a tarda sera, oggi si torna in Aula per i primi voti. Con i riflettori puntati proprio sugli scranni delle assenti di ieri, Guerrini e Montella. L’ok alla delibera va dato entro domani, perché la conferenza dei servizi in Regione scade giovedì. Ieri pomeriggio la giunta si è riunita in tutta fretta per approvare le controdeduzioni alle richieste di modifica varate dal IX Municipio (potenziati gli interventi sulla via del Mare-Ostiense). Poi la maggioranza ha deciso di chiudere la discussione generale: oggi si votano solo gli ordini del giorno (40) e gli emendamenti (un centinaio). Ecco perché c’è chi, nel M5S, spera di arrivare al voto conclusivo già oggi. A quel punto la palla tornerà alla conferenza dei servizi, anche se resta da sciogliere il nodo del vincolo sull’ippodromo di Lafuente. L’ipotesi di modificare la tutela rischia di rivelarsi una vera gatta da pelare per il soprintendente statale unico di Roma Francesco Prosperetti che stamattina presenterà alla Commissione regionale il dossier del provvedimento, istruito già il 15 febbraio dalla collega, ex soprintendente ai beni architettonici, Margherita Eichberg. Dimezzato, cancellato, modificato in extremis? Il destino del vincolo si deciderà oggi. Ore decisive, infervorate dai rumors sempre più forti che gli uffici della nuova Soprintendenza possano aver “ritoccato” il vincolo diretto sulla tribuna e la pista del trotto, e soprattutto quello indiretto sull’area di rispetto del monumento. Rumors che sembrano aver creato non poco imbarazzo al Ministero dei Beni culturali. Ed è per questo che ieri è tornata a tuonare Italia Nostra con il nuovo presidente Oreste Rutigliano: «Se il vincolo verrà cancellato o dimezzato, ci appelleremo alle Autorità amministrative e giudiziarie».
(Il Messaggero – L. De Cicco/L. Larcan)
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